HomePolitica Braccianti, badanti e colf. Intesa per regolarizzazione ma scontri sulla durata

Braccianti, badanti e colf
Raggiunto l'accordo su
regolarizzazione migranti

Permesso temporaneo agli irregolari

Atteso per oggi il via libera al decreto

di Laura Bonaiuti11 Maggio 2020
11 Maggio 2020

Il governo ha raggiunto l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi e come badanti e colf “in nero”. Nel corso degli incontri, avvenuti ieri sera tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i capi delegazione dei partiti della maggioranza, si è discusso sui provvedimenti da inserire nel prossimo decreto e che riguardano  la condizione di tutti i migranti irregolari che svolgono attività lavorative nel nostro Paese.

Due i canali di regolarizzazione proposti. Il primo prevede che il datore di lavoro e il lavoratore regolarizzino un rapporto di lavoro esistente, anche se sommerso. Il secondo offre, invece, un permesso di soggiorno, per una finestra temporale di sei mesi, solo ed esclusivamente a chi ha un permesso di soggiorno scaduto nell’ottobre 2019.

Tra gli aspetti che hanno fatto discutere di più c’è proprio la durata del permesso di soggiorno.  La ministra delle Politiche agricole, Terresa Bellanova, lo chiedeva di sei mesi. Della stessa opinione il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo invece, era fortemente contraria.
È stato cruciale per la mediazione l’intervento della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, che ha proposto di far durare il permesso tre mesi. “Non è una questione di bandierine – spiega Provenzano – ma di civiltà e bisogna fare di tutto per portare il provvedimento nel dl maggio, arrivando ad una sintesi”.

“Braccianti irregolari che lavorano nei nostri campi. Donne che stanno nelle nostre famiglie come badanti e sono in nero. Chiedo che siano regolarizzati subito con permessi di soggiorno temporanei di sei mesi rinnovabili per altri sei mesi” ha dichiarato Bellanova la settimana scorsa, minacciando di dimettersi.

Di fronte a questo aut aut si sono trovati i suoi alleati di governo del Movimento 5 Stelle, e per poco non si è rischiata una spaccatura. Le parole di risposta di Vito Crimi, il capo politico grillino, hanno fatto tremare il governo: “Noi diciamo no alla regolarizzazione degli irregolari: se il nostro obiettivo è sostenere l’agricoltura allora dobbiamo lavorare a misure per garantire il mercato ma la soluzione non è la regolarizzazione”, aveva dichiarato al programma Uno Mattina.

Le opposizioni si sono scatenate. Per Salvini, “Se ci sarà una sanatoria di centinaia di migliaia di abusivi protesteremo a nome degli italiani sia nelle aule del Parlamento che fuori. È criminogena la sola idea di regolarizzarli”. E ancora: “Un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente”.

Maurizio Gasparri (Fi) l’ha definita una proposta “intollerabile”. Mentre su Twitter la leader di Fdi Giorgia Meloni ha scritto: “Regolarizzare 600mila clandestini vuol dire premiare chi è arrivato in Italia violando le leggi e penalizzare gli stranieri che non sono arrivati aspettando di poterlo fare a norma di legge attraverso il decreto flussi. È un pessimo segnale. Non è ciò che fa uno Stato serio”.

Per il momento, sembra che si sia trovata una quadra tra i quattro dicasteri che hanno discusso sul tema. Ma per l’ok definitivo bisognerà attendere il via libera al decreto, che probabilmente arriverà questa sera.

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