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Il Papa sulle critiche
“Seguo Concilio Vaticano II”

Camminare insieme è unità
Il Papa sulle critiche
“Seguo Concilio Vaticano II”

di Carmelo Leo18 Novembre 2016
18 Novembre 2016

“La Chiesa non è una squadra di calcio, che cerca tifosi”. Ruota tutta attorno a questo concetto l’ultima intervista di Papa Francesco, rilasciata al quotidiano Avvenire. Il Pontefice chiarisce il significato della sua ricerca dell’unità ecumenica, in un periodo intenso che ha visto concludersi il Giubileo. Viaggi apostolici, i suoi, non intrapresi per una sua mera scelta, ma semplicemente portati avanti seguendo il sentiero tracciato dallo Spirito Santo.

Gli ultimi mesi del Papa sono stati al centro di molte polemiche. C’è chi ha visto nel suo comportamento un eccessivo avvicinamento alla Chiesa Luterana, e chi addirittura lo ha accusato di svalutare la dottrina cattolica. Bergoglio ha infatti incontrato tutte le altre Chiese cristiane, nelle figure del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, degli arcivescovi ortodossi della Grecia Hyeronimus e di Mosca Kirill, e del patriarca assiro della Chiesa dell’Oriente Gewargis III. Senza dimenticare la Dichiarazione Congiunta di Lund, firmata ad ottobre in Svezia in occasione del cinquecentesimo anniversario della Riforma Luterana.

Papa Francesco ha ribadito come le critiche non gli tolgano il sonno, perché provengono da chi vuole giustificare una posizione già presa in precedenza. Il cammino degli incontri ecumenici era stato già intrapreso con il Concilio Vaticano II. Anche Papa Luciani e Giovanni Paolo II avevano rinforzato la fratellanza con le Chiese d’Oriente. “Gesù stesso prega il padre per chiedere che i suoi siano una sola cosa, perché così il mondo creda”, spiega il Pontefice. Nel cammino della fratellanza, bisogna separare le questioni dottrinali da quelle della carità pastorale. I dogmi comuni sono le opere di carità, pregare insieme e riconoscere la confessione comune. “L’unità non si fa perché ci mettiamo d’accordo tra noi, ma perché camminiamo seguendo Gesù”. Chi si muove nell’ambito della Chiesa coltivando ambizioni di autoaffermazione ha una malattia spirituale: la Riforma di Lutero voleva essere una panacea proprio di questi peccati, prima che vi si mescolassero gli interessi politici del tempo. “La Chiesa non cresce mai per proselitismo, ma per attrazione”: ecco la grande differenza con le squadre di calcio.

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