Alessandro Caramiello, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella XIII Commissione Agricoltura | Foto Ansa

“La decisione del governoè da Medioevoe blocca l’innovazione”

Alessandro Caramiello (M5S) “Decisione un problema per i giovani”

La decisione presa dal governo in merito alla carne coltivata – con il provvedimento proposto dai ministri Lollobrigida e Schillaci – non è stata accolta favorevolmente da tutti in Parlamento. La maggioranza – sostenuta da Italia viva – è convinta che l’alt alla coltivazione cellulare sia non solo uno strumento utile per la tutela del Made in Italy a tavola e della tradizione culinaria, ma anche una precauzione necessaria per la salute. Sul fronte del no troviamo M5s, Avs e le Autonomie che parlano di provvedimento antiscientista e di negazionismo scientifico. A Lumsanews ha parlato Alessandro Caramiello, deputato della Repubblica Italiana e capogruppo del Movimento 5 Stelle nella XIII Commissione Agricoltura.

Il governo italiano è, al momento, l’unico al mondo ad aver negato la produzione, la commercializzazione e l’importazione di carne sintetica. Come si schiera il M5S rispetto alla linea intrapresa dal governo Meloni?

“Si tratta di una decisione “da Medioevo”. Il Movimento 5 Stelle aveva presentato 27 emendamenti in Commissione Agricoltura di cui sono capogruppo del M5S. Il risultato è stato sconcertante e deludente perché tutti gli emendamenti proposti sono stati sistematicamente bocciati. Con questa scelta il governo sta ponendo un freno all’innovazione e alla ricerca pubblica”.

Ci saranno delle ripercussioni negative a livello produttivo e imprenditoriale?

“A essere bloccata non sarà solamente l’innovazione, ma soprattutto le nuove imprese e le nuove startup che erano pronte a investire nel business della carne coltivata. Se un domani l’Efsa  -l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – dovesse dare l’ok alla commercializzazione della carne coltivata l’Italia si troverebbe costretta ad importare questo nuovo prodotto. Questo significa che tutte quelle imprese italiane che volevano investire in questo settore perderanno, invece, una fetta di mercato importante”.

Cosa pensa invece della posizione di Coldiretti?

“Noi siamo in dissenso. Durante le audizioni – e ce ne sono state diverse – la maggior parte si era schierata a favore sul tema della carne coltivata. La Coldiretti ha preso una posizione volta a difendere un determinato comparto. Tuttavia, non capiamo perché sia stato deciso di “bloccare” il libero arbitrio di un cittadino italiano o di un’impresa che ha intenzione di investire in questo business. Inoltre, la posizione di Coldiretti potrebbe andare in contrasto con l’eventuale decisione dell’Unione Europea”.

Quale sarà l’impatto di questa decisione nei confronti delle future generazioni?

“Non aggredendo una fetta di mercato il rischio è poi quello di non generare, di conseguenza, sviluppo indotto e posti di lavoro. Quindi, per tutti quei giovani italiani che potrebbero inserirsi in una nuova fetta di mercato questa decisione potrebbe diventare un serio problema. Nel frattempo negli altri Paesi la sperimentazione è già stata avviata”. 

Alessandro Raeli

Nato nel '98 nella terra del sole, del mare e del vento. Mi sono laureato in Interpretariato e Comunicazione all'Università Iulm di Milano, dove ho successivamente conseguito la laurea magistrale in Traduzione Specialistica. Appassionato di Formula 1 e dello sport in generale, sogno di diventare giornalista sportivo.