HomeCultura Crisi umanitarie: 206 milioni le persone a rischio

206 milioni di persone
vivono crisi umanitarie
Coinvolti ottanta paesi

La maggior parte dei fondi dagli Usa

Aiuti destinati a Siria, Yemen e Sudan

di Tommaso Coluzzi27 Novembre 2019
27 Novembre 2019

Ci sono 206,4 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria, divise in 81 differenti paesi. La stima viene dal Global Humanitarian Assistance report del 2019, che analizza i dati dell’anno precedente, prendendo in considerazione uomini, donne e bambini colpiti da conflitti, trasferimenti forzati e disastri naturali.

Il report, illustrato da Openpolis, si concentra sui quaranta paesi in cui le crisi umanitarie sono più gravi, analizzandoli approfonditamente. In Libia ci sono 1,1 milioni di persone in stato di necessità, in Turchia 11,1, in Ucraina 3,5, in Siria 13,3, in Afghanistan 10,6 e in Iraq 8,7. Per rimanere agli Stati che sentiamo citati più spesso. Ma ci sono anche lo Yemen, che conta 22,2 milioni di persone coinvolte, la Corea del Nord, con 10,3 milioni, e la Repubblica Democratica del Congo, che ne ha 13,1 milioni.

Le guerre restano al primo posto nella triste classifica delle cause di crisi umanitarie, coinvolgendo 23 dei quaranta paesi considerati nel report. Si stima che quasi il 40% delle persone in stato di necessità si concentri in sei stati: Yemen, Siria, Repubblica Democratica del Congo, Turchia, Afghanistan e Corea del Nord. Inoltre, secondo lo studio, i 17 miliardi di dollari stanziati nel 2018 per rispondere alle crisi umanitarie coprono soltanto il 61% dei bisogni stimati dalle Nazioni Unite (28,1 miliardi).

Secondo il report il 21% delle persone in condizioni di povertà vivono in paesi in cui vengono effettuati ricorrenti appelli umanitari e il dato sale al 33% se si considerano persone che vivono in estrema povertà. Gli Stati Uniti sono la potenza mondiale che ha elargito più donazioni nel 2018 (6,6 miliardi di dollari), seguiti da Germania (2,9 miliardi) e dalle Istituzioni europee (2,2 miliardi). Mentre la maggior parte dei fondi sono andati in Siria (2,3 miliardi di dollari), in Yemen (1,9 miliardi) e in Sudan (1,3 miliardi).

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