“L’effetto Cicalone” ha destato l’attenzione anche da parte della Cgil e in particolare del segretario di Roma e Lazio, Natale Di Cola, che a giugno 2024 ha contestato le modalità di denuncia degli influencer dei borseggiatori con una lettera al prefetto di Roma”.
Come giudica l’azione di Simone Cicalone?
“Io critico la modalità di attività che viene fatta in alcuni video, ma è una critica per richiamare le forze dell’ordine a fare il loro dovere e a dare ai cittadini una percezione corretta dei fenomeni sociali. Queste attività creano tensione e rendono più insicuro un luogo che già non lo è”.
Che cosa chiedete come sindacato?
“La richiesta di maggiore sicurezza e tutela dei cittadini è la nostra prima ambizione. Ma secondo noi il compito spetta alle forze dell’ordine, che necessitano di più assunzioni. Gli atteggiamenti di Cicalone rischiano solo di amplificare e scatenare reazioni opposte”.
È giusto definire i suoi atteggiamenti come atti di “giustizia privata”?
“Cicalone prova ad aiutare la giustizia pubblica denunciando situazioni di criminalità e illegalità, ma si tratta di una linea di confine complicata. Nelle sue intenzioni c’è il proposito di aiutare le forze dell’ordine e i cittadini, ma il rischio è che passi l’idea che la soluzione sia quella privata. Come sindacato pensiamo che la via sia quella istituzionale per dare sicurezza e non quella di cittadini privati che si assumono ruoli che non sono i loro”.
Lo youtuber, così come altri suoi colleghi, racconta uno spaccato della società. Cosa c’è di sbagliato?
“Io apprezzo la sua denuncia contro il degrado e la povertà. Queste sono indubbiamente azioni meritorie. Ma spesso nella vita di coloro che svolgono queste attività emerge anche un altro aspetto, quello economico. Una remunerazione che può essere anche legittima ma che collide con l’impegno sociale e soprattutto con l’attività che viene svolta in metropolitana e che non condivido”.
A maggio 2025 c’è stato un incontro tra lei e Cicalone che ha aperto a un dialogo. C’è un modo in cui l’influencer può aiutare nella tutela dei cittadini?
“Conoscere alcune delle rivendicazioni che solleva Cicalone mi ha fatto riflettere sulle difficoltà che hanno i cittadini, ad esempio con il rapporto con la questura o nella procedura per denunciare. Si tratta di un elemento che non era mai venuto fuori perché frutto di un punto di osservazione diverso ma pur sempre degno di essere ascoltato e valutato. Se le denunce di Cicalone e quelle della Cgil insieme sono più efficaci, perché non sfruttarle per far sì che i cittadini si sentano più sicuri quando vanno in metro?”.
Dopo la vostra lettera, Fratelli d’Italia si è schierato in difesa di Simone Cicalone. Che ne pensa?
“Mi stupisce che invece di trovare le risorse per potenziare i servizi o aumentare il numero delle telecamere, il primo partito della maggioranza abbia deciso di strumentalizzare. Chi governa dovrebbe risolvere i problemi delle persone non per alimentare l’esasperazione”.
Come sindacato che interventi suggerite allo Stato per migliorare la sicurezza in metropolitana?
“La nostra ambizione è quella di sbloccare gli investimenti sulle infrastrutture materiali e immateriali per rendere sicure le metropolitane. L’ anno scorso, in vista del Giubileo e dopo ripetute richieste, è stato deciso dal Viminale di istituire la Polmetro, cioè sezioni delle forze dell’ordine dedicate al presidio delle metro. Questo però non basta, perché la qualità dei luoghi non è affatto indifferente. Se la metro ha ascensori rotti, angoli bui, sporcizia, degrado, c’è una cattiva segnaletica, chi vuole mettere in atto comportamenti illeciti e criminali sarà favorito. Una metro pulita, con personale di stazione e una vigilanza rafforzata rappresenta un ambiente presidiato che disincentiva questo tipo di azioni”.