“Abbiamo rafforzato la componente Patriot della nostra difesa aerea. Ringrazio la Germania e il cancelliere federale Friedrich Merz per questo passo congiunto volto a proteggere vite umane dal terrore russo”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia l’arrivo dei sistemi missilistici con un post su X e ribadisce che il rafforzamento della difesa aerea è “la chiave per porre fine alla guerra”, sottolineando come ogni nuovo sistema “avvicini la pace e protegga anche la sicurezza dei partner europei”. Zelensky attendeva anche i missili a lungo raggio americani, ma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra spegnere definitivamente le speranze di Kiev: “No, non proprio”. ha risposto a una giornalista che gli chiedeva se stesse valutando la possibilità di fornire i Tomahawk agli ucraini.
I dubbi della Nato sull’invio dei Tomahawk a Kiev: “Rischio nucleare”
Mentre la Germania consegna i Patriot a Kiev, la Nato si interroga su quali potrebbero essere le ritorsioni di un eventuale invio dei missili Tomahawk agli ucraini. In questi giorni nello Stato Maggiore dell’alleanza atlantica a Bruxelles, si sta valutando quella che potrebbe essere la reazione di Mosca, con una risposta che potrebbe includere anche le cosiddette armi nucleari tattiche. Il Cremlino, secondo alcune fonti militari, potrebbe attaccare con missili armati con una testata atomica, seppur di potenza limitata. Un’escalation del genere avrebbe effetti devastanti non solo sul territorio, ma anche sugli equilibri geopolitici, costringendo l’Occidente a decidere se e come reagire, anche nell’eventualità di un attacco dimostrativo su aree disabitate.
Mosca gela Washington: “Vertice Trump-Putin non è urgente”
Sul piano politico-diplomatico, la tensione è già palpabile. Lo conferma l’ultima dichiarazione del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che alla Tass ha precisato: “Un incontro urgente tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Donald Trump è possibile, ma al momento non ce n’è bisogno. È necessario invece un lavoro molto scrupoloso sulle questioni dell’accordo ucraino, non su un vertice”. Parole che suonano come un ulteriore raffreddamento dei rapporti tra Mosca e Washington.
Kiev: “L’esercito russo ha perso 31mila soldati a ottobre”
Le notizie dal campo di battaglia continuano a raccontare una sanguinosa realtà che non sembra vicina alla fine. L’Ucraina ha annunciato che l’esercito russo ha subito oltre 31.000 perdite in termini di personale, equivalenti alla forza di circa tre divisioni. Parallelamente, secondo lo Stato Maggiore ucraino, sono stati distrutti circa 230 veicoli da combattimento corazzati, più di 800 sistemi d’artiglieria, 29 lanciarazzi multipli e 93 carri armati, perdite che corrisponderebbero a tre battaglioni corazzati russi. La città di Pokrovsk è teatro di combattimenti sanguinosi tra forze ucraine e russe. Un tempo abitata da circa 60 mila persone, la città è oggi quasi completamente evacuata e devastata dal conflitto. L’eventuale conquista della roccaforte rappresenterebbe un vantaggio strategico per Mosca nella sua “linea” verso il Donbass.
Droni avvistati per 2 notti su una base militare in Belgio
Intanto, in Belgio si è aperto un nuovo fronte di preoccupazione per la Nato. Per due notti consecutive, droni non identificati sono stati avvistati nei pressi di una base militare a Florennes. Le autorità belghe hanno rafforzato le misure di sicurezza e avviato un’indagine congiunta con l’Alleanza atlantica.


