Ne avevamo avuto un assaggio a giugno, con l’uscita del singolo “Run”, potente brano rock-melodico. È uscito oggi il settimo album dei Foo Fighters, l’album “della maturità” come qualcuno lo ha definito. Dopo 23 anni di carriera, la band di Seattle nata dalle ceneri dei Nirvana, raccoglie un’ardua sfida. Un album nuovo, al passo con i tempi ma che non rinnegasse le radici del gruppo. Nasce così “Concrete and gold”, letteralmente “Cemento e oro”.
Sarà che il cemento che lega ogni traccia è quello di un suono saturo e anche un po’ cupo della chitarra e della voce ruvida e potente del frontman Dave Grohl. Variegate le sonorità, si spazia dal folk della ballad “Happy ever after” al rock puro delle origini con “Make it right”. C’è chi ha trovato influenze nei Black Sabbath, nei Pink Floyd e persino nei Beatles. E in effetti lo zampino di un ex Beatle c’è. Nientemeno che sir Paul McCartney alla batteria nel brano “Sunday Rain”. «È entrato in studio senza mai averlo sentito, ha sentito il demo acustico e ha fatto due take perfetti», ha raccontato Taylor Hawkins, voce di questo brano.
Che l’album sia uscito davvero bene lo sa soprattutto Dave Grohl che baldanzosamente ha dichiarato: «Ho voluto che questo disco avesse più di qualunque altro il più grande suono Foo Fighters: che fosse un gigantesco album rock ma con il senso della melodia e dell’arrangiamento di Greg Kurstin: la versione dei Motorhead di Sgt. Peppers o di Pet Sounds rifatto dagli Slayer, qualcosa del genere, per intenderci».
Spetterà ai fan decidere se sarà questo il miglior album dei Foo Fighters. Intanto sono già in centinaia di migliaia a sperare in un tour della band che coinvolga l’Europa e magari, perché no, anche l’Italia.
