Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, alla Camera, Roma, 13 dicembre 2016. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

Consulta, a gennaio
decisioni cruciali
su Jobs Act e Italicum

La Corte Costituzionale si esprime su lavoro e legge elettorale

Si prospetta un gennaio rovente per la politica italiana: l’11 gennaio la Corte Costituzionale dovrà decidere per l’ammissibilità del referendum abrogativo sul Jobs Act, punto di forza del governo Renzi. Mentre il 24 la Suprema Corte sarà chiamata a pronunciarsi in un giudizio di costituzionalità sull’Italicum.

Contro il Jobs Act la CGIL ha proposto tre quesiti referendari: il ripristino del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa; l’eliminazione dei voucher; la responsabilità e il controllo sugli appalti. Le maggiori incertezze si concentrano sull’ammissibilità del primo quesito, poiché non si limita a ripristinare l’articolo 18 nella versione ante riforma, ma chiede il reintegro sul posto di lavoro anche per le aziende sopra i 5 dipendenti. Secondo alcuni commentatori questa formulazione rischia di essere ritenuta inammissibile poiché non solo abrogherebbe una norma ma ne creerebbe una nuova al contempo.

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Se i tre quesiti saranno considerati ammissibili, verrà ripristinato il reintegro per i licenziamenti illegittimi ed esteso alle imprese con più di cinque dipendenti; verrà eliminata la possibilità di utilizzare i voucher per pagare il lavoro accessorio e infine, la ditta appaltante e la ditta appaltatrice saranno entrambe responsabili dei danni subiti dal lavoratore.

Il secondo appuntamento molto atteso è il giudizio sull’Italicum. Tra le questioni ammesse dalla Corte le più discusse riguardano il premio di maggioranza, i capolista bloccati e il meccanismo di trasferimento dei seggi. Rispetto al premio di maggioranza, in fase di approvazione dell’italicum, era stata inserita la soglia del 40% per accedere al premio di maggioranza, e il ballottaggio nel caso in cui nessuno raggiungesse quella quota.

Ora viene però contestata l’assenza di un quorum minimo di votanti, senza il quale, secondo i ricorrenti, una minoranza molto ristretta di elettori garantirebbe a una lista una maggioranza di seggi troppo sproporzionata rispetto ai voti ricevuti. Rispetto al sistema dei capolista bloccati invece i ricorrenti contestano che “la stragrande maggioranza dei deputati verrà automaticamente eletta senza essere passata attraverso il vaglio preferenziale degli elettori”.

 

 

Massimiliano Venturini

Collabora dal 2006 con Radio Popolare Verona come conduttore di Impulse Jazz. In parallelo studia le potenzialità del mezzo radiofonico ideando e conducendo Rumori D’Ambiente e Linea di Confine. Nel 2016 entra a far parte della redazione giornalistica per la stessa emittente.