HomePolitica Coronavirus, Boccia: “No a spostamenti tra regioni se c’è alto rischio”

Spostamenti interregionali
la cautela di Boccia
"No se c'è alto rischio"

Il ministro delle Autonomie sulla movida

"In questo momento è inammissibile"

di Tommaso Franchi21 Maggio 2020
21 Maggio 2020

Sono ore agitate per il governo Conte, che deve fronteggiare i primi giorni di apertura e il cammino verso il 3 giugno, quando dovrebbero essere garantiti gli spostamenti tra le regioni.
Un tema che preoccupa il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, che a Mattino Cinque esprime più di un dubbio su una totale libertà di circolazione interregionale. “Tutto dipenderà dalle condizioni della regione. Se è una regione a basso rischio – spiega Boccia – probabilmente sarà consentito lo spostamento dal 3 giugno”.

Le preoccupazioni maggiori sono in riferimento a quelle regioni considerate ad alto rischio, con il ministro che sostiene che “qualora dovesse essere confermato questo rischio la regione non potrà ricevere ingressi, ma speriamo non sia così”. Anche perché, come aveva detto lo stesso Boccia a Fanpage.it, “se qualcuna dovesse essere ad alto rischio non apre proprio”.

La libera circolazione potrebbe non essere completamente garantita dai primi giorni di giugno, ma Boccia traccia un quadro comunque in miglioramento rispetto ai giorni precedenti: “Oggi le regioni sono tutte a basso rischio e tre a medio rischio, ma parliamo di dati che abbiamo alle spalle. Spero che la settimana prossima diventino tutte a basso rischio”.

Quanto riportato dal ministro Boccia era stato già ampliamente citato in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera, ma c’è un altro tema che fa discutere in questi giorni e che anima i dibattiti.

Oltre agli spostamenti un punto caldo è quello degli assembramenti generati dalla movida, che potrebbero originare nuovi focolai di coronavirus. Sul punto il ministro Boccia resta irremovibile: “In questo momento la movida non è ammissibile. Rischia di essere un focolaio permanente. La sicurezza non è un optional, è un obbligo e lo Stato interviene”.

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