HomeCronaca Coronavirus, i mafiosi al 41 bis lasciano il carcere e tornano a casa

Dal 41 bis ai domiciliari
Così i boss mafiosi "escono"
grazie all'emergenza Covid

Bonura e Iannazzo lasciano la prigione

Salvini: "Una vergogna che va fermata"

di Tommaso Franchi22 Aprile 2020
22 Aprile 2020

Molti boss mafiosi sottoposti al 41bis – il regime di carcere duro – stanno lasciando i penitenziari per tornare nelle loro case, confinati agli arresti domiciliari. È uno dei tanti effetti collaterali dell’emergenza coronavirus. Tutto parte, in base a quanto riportato da L’Espresso, da una discussa circolare del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), inviata il 21 marzo scorso a tutti i direttori delle carceri. Ma lo stesso Dap smentisce: “Stiamo solo facendo un semplice monitoraggio. Si tratta di una raccolta di numeri e dati da fornire alla magistratura”. Nella sua lettera, il Dap – riporta L’Espresso – invita i direttori delle case circondariali a «comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza», il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se rientra fra le nove patologie indicate dai sanitari dell’amministrazione penitenziaria. Si chiede poi il nominativo di tutti queii detenuti che superano i 70 anni di età.

Sono ben 74 i boss oggi al 41 bis che rientrerebbero in questa lista.

Così alcuni capi sarebbero stati scarcerati e sottoposti ai domiciliari, nell’osservanza delle prescrizioni sulle carceri durante il coronavirus. Per motivi di salute hanno lasciato le sbarre il boss di Cosa nostra Francesco Bonura, 78 anni, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente di spicco della ‘ndrangheta. Tra gli altri, sempre per la motivazione dell’incompatibilità carceraria, potrebbe uscire anche “Nitto” Santapaola, condannato per vari omicidi, tra i quali quello del giornalista Giuseppe Fava.

Nella medesima situazione si trovano altri 74 boss mafiosi, tra i quali Leoluca Bagarella e Carmine Fasciani. L’associazione Vittime del Dovere scrive preoccupata al ministero della Giustizia, chiedendo una corretta applicazione del decreto “Cura Italia”: “Bisogna impedire la scarcerazione di pericolosi boss mafiosi a seguito dell’emergenza Covid-19”. Lo stesso ministero ha avviato tutte le verifiche sui provvedimenti del Dap.

Sul punto è intervenuto sul proprio profilo Facebook il leader della Lega Matteo Salvini: “Un insulto alle vittime dei caduti della mafia. Una vergogna che va fermata dentro e fuori il Parlamento”. Una posizione già presa nella trasmissione “Fuori dal coro”: “Cambiamo il decreto Cura Italia: non è possibile cancellare la lotta alla mafia, in seguito al virus”.

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