Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel corso della lettura del bollettino quotidiano, al termine della riunione sullÃ?emergenza coronavirus in videoconferenza con le regioni a Roma, 9 marzo 2020. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Coronavirus, numeri in caloBorrelli, i dubbi sui malati"Quasi 600mila non censiti"

Iss: "Al sud troppa gente in strada" Aifa annuncia i test sul farmaco Avigan

Per il secondo giorno di fila, i numeri del Coronavirus in Italia hanno registrato un calo. Per quanto lieve, e per quanto le cifre non facciano pensare ancora a un trend. Ieri il commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli, nel suo bollettino quotidiano, ha parlato di 3.780 nuovi contagiati nella giornata di lunedì. Domenica, invece, ne erano stati registrati 3.957. E sono scesi anche i morti: 602, contro i 651 di domenica e i 793 di sabato. A questo punto, fra infettati, vittime e guariti, i contagiati nel nostro Paese ammontano a 63.927.

“Ma è credibile che, per ogni infettato da Coronavirus certificato, ce ne siano dieci non censiti”. A ribaltare la prospettiva è lo stesso Borrelli, intervistato da Repubblica. Per lui, quindi, sarebbe realistica la cifra di 600mila contagiati in tutta Italia. Di fronte all’emergenza, allora, “si dovrebbero poter comprare i ventilatori da terapia intensiva nei supermercati e le mascherine a ogni angolo. E invece stiamo faticando”. Per questo, ha invitato a dare il via il “prima possibile” alla produzione nazionale di questi beni.

Positivo al Coronavirus anche Guido Bertolaso. L’ex capo della Protezione Civile, oggi consulente del governatore della Lombardia Attilio Fontana, lo ha rivelato con un post su Facebook. “Ho qualche linea di febbre e sono in isolamento coi miei collaboratori. Ma vincerò anche questa battaglia”.

Con i dati della Lombardia in leggero calo, ora l’attenzione si sposta nel Mezzogiorno. A dare l’allarme è direttamente Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, a I lunatici di Radio 2: “Bisogna fare di tutto affinché le curve del Nord non arrivino al Sud”, ha avvertito. “Dobbiamo fare in modo che il numero di persone che si infetta sia più limitato e che quindi le persone che poi necessitano di cure presso ospedali o terapie intensive sia tale da poter essere approntato”. E ciò, ha ribadito, “dipenderà da tutti noi “. L’allusione è al fatto che “in alcune città del sud si vedono ancora le strade piene”.

Intanto, “ci sono 40 auto bloccate, con a bordo 80 persone” a Villa San Giovanni, in Sicilia. A riferirlo è il sindaco di Messina, Cateno De Luca, spiegando che la causa sono delle autocertificazioni irregolari. Insomma: sono “ferme”, e questo – secondo quanto spiegato dal sindaco dello Stretto – sta bloccando anche l’arrivo delle merci. “È un fatto grave: sembra che non vogliano tornare indietro. Qualcuno qui dovrà fare qualcosa”. Preoccupa anche la situazione nel palermitano: in una casa di riposo a Villafrati si è acceso un focolaio di Coronavirus, con 69 positivi fra assisti e personali, e un anziano di 90 anni morto.

Infine, per quanto riguarda l’Avigan, il presunto farmaco miracoloso proveniente dal Giappone, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera per le sperimentazioni nel nostro Paese. “Ma le risposte non arriveranno prima di 3 o 4 settimane”, ha avvisato il presidente dell’Aifa Nicola Magrini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7. Il possibile rimedio giapponese verrà testato negli ospedali della Lombardia, come spiegato dall’assessore al Welfare della regione, Giulio Gallera. Soddisfatto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Siamo pronti a sperimentare secondo i protocolli anche qui”, ha detto. In attesa, ovviamente, di quelle risposte certe che ancora mancano.