Lombardia, Fontana duro"Vedo troppa gente in giro"Il governatore chiede aiuto

Pesanti critiche al governo di Roma "Faticano a rendersi conto della realtà"

“Non è un Grande Fratello pubblico” si è affrettato a precisare il governatore della Lombardia Attilio Fontana questa mattina a Radio Capital. Il riferimento è alla decisione della Regione di analizzare i dati delle celle telefoniche per tracciare gli spostamenti delle persone sul territorio.

Mossa che, seppur volta al contenimento dell’epidemia di Covid-19, ha suscitato non poche perplessità in merito alla tutela della riservatezza. Il Garante della privacy Antonello Soro ha dichiarato, al Corriere della Sera, di non essere stato informato dell’iniziativa che, inoltre, è stata resa pubblica appena due giorni fa nonostante sia in atto da un mese.

Fontana non fa mistero della sua preoccupazione per la situazione contagi e ribadisce nuovamente che “ci sono ancora troppe persone che girano e prendono sotto gamba le indicazioni imposte e fanno la vita di sempre”. “Vedo persone che non riescono a respirare e gente in giro a passeggio” aveva detto al Corriere della Sera.

Poi lancia l’allarme e non risparmia le critiche: “Abbiamo bisogno di medici, speravo che tra le call che avevamo fatto in questi giorni tra pensionati e specializzandi ci fosse più risposta e invece non c’è stata. Abbiamo carenza di medici, questi poveri cristi stanno cedendo fisicamente e sono pochi rispetto alle esigenze”. Le stoccate sono anche nei confronti dell’esecutivo: “Con il governo ho sempre cercato di collaborare e collaborato, abbiamo avuto visioni diverse. Su questo non ci sono dubbi. Purtroppo ho la sensazione che chi non vive direttamente questa situazione faccia fatica a rendersi conto della realtà. Secondo me faticano a rendersi conto” ha detto a Radio Capital.

Polemiche anche sul decreto Cura Italia e sui 25 miliardi stanziati, giudicati insufficienti dal governatore lombardo. La sensazione di Fontana “è che in questo momento si stia cercando di curare malattie con pannicelli caldi, che aiutano, ma non si risolve niente”.

Il presidente della Regione Lombardia poi avverte che i posti in rianimazione stanno finendo. Nuovi respiratori e ventilatori sono già stati chiesti ma quelli arrivati sono ancora troppo pochi.

Diana Sarti

Nata a Roma nel 1995, si è laureata in scienze politiche alla Luiss. Scrive soprattutto per il web, con particolare attenzione agli esteri. Appassionata di teatro e Giochi olimpici, ha scritto spesso di nuoto e atletica leggera. Viaggiatrice da sempre e poliglotta, parla cinque lingue.