In Italia trentamila infettiOltre la metà in LombardiaIn Calabria 2 nuovi focolai

Borrelli: "Possiamo pensare positivo ma necessari comportamenti corretti"

L’immagine dei blindati dell’esercito che trasportano le bare dal cimitero di Bergamo verso i forni crematori di altre località ha lasciato tutti sotto shock. Perché, solo nella giornata di ieri, i deceduti in Italia causati da Coronavirus sono stati 475 (di cui 313 in Lombardia), portando a 2.978 le vittime del Covid-19. Un numero che non è stato raggiunto nelle settimane scorse neanche in Cina. E i contagi – seppure con un trend stazionario – continuano a crescere: 28.710 la cifra che nella consueta conferenza stampa delle 18 ha pronunciato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Che pure lascia spiragli all’ottimismo: “I dati ci fanno pensar positivo se mettiamo in atto comportamenti corretti”. Finora le persone guarite dal virus sono 4.025.

Intanto però le terapie intensive – soprattutto del Nord Italia – iniziano a riempirsi, e alcuni pazienti vengono trasportati in strutture ospedaliere di altre località: ieri è stata la volta di 55 persone. Questo mentre le forze armate continuano la costruzione degli ospedali da campo – per fronteggiare la mancanza di posti letto necessari – a Crema e Piacenza: i due plessi dovrebbero essere terminati e pronti all’uso tra un paio di giorni. Qui arriveranno anche qualche decina tra medici e infermieri. A Bergamo e Lodi ne sono giunti già 120. “C’è disperato bisogno di personale sanitario, oltre che di apparecchi di ventilazione e dispositivi di protezione individuale”, è l’appello di Stefano Fagiuoli, direttore del dipartimento di medicina di Bergamo: “Se siete medici o infermieri siete più che benvenuti a unirvi a noi per combattere il Coronavirus”.

La regione più colpita rimane la Lombardia, con 17.713 contagi. Seguono Veneto, Piemonte, Marche ed Emilia Romagna. Ma anche i numeri al sud sono in aumento, con la Calabria che ora è particolarmente esposta al contagio: nei paesi di Montebello Jonico – già ribattezzata la “Codogno calabrese” – e San Lucido si sono accesi due focolai. Proprio lì dove la sanità non è in grado di garantire le cure a migliaia di persone.

 

Giorgio Saracino

Giorgio Saracino, classe 1994, laureato in Lettere. Giornalista pubblicista, ha collaborato con varie testate. Ha frequentato la scuola di Giornalismo della Fondazione Basso di Roma. Quattro stage in redazione: Sky Sport 24, Radio Vaticana, Left e Report (Rai Tre). Stagista professionista.