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HomeCronaca Corruzione, domiciliari per il primario di Nefrologia Palumbo. Il Gip: “Sistema rodato”

Corruzione, ai domiciliari
il primario del Sant'Eugenio
Roberto Palumbo

La Procura: "Sfruttava la sua posizione

per un mutuo scambio di indebiti favori"

di Roberto Abela09 Dicembre 2025
09 Dicembre 2025
Palumbo domiciliari

Il primario di Nefrologia dell'ospedale Sant'Eugenio Roberto Palumbo (in alto a sx), l'imprenditore Maurizio Terra e l'ospedale Sant'Eugenio di Roma | Foto Ansa

ROMA – Tremila euro a paziente. Tanto varrebbero i malati bisognosi di dialisi per Roberto Palumbo, primario di Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio, arrestato lo scorso 4 dicembre mentre intascava una mazzetta in contanti da un imprenditore abruzzese specializzato nel settore delle apparecchiature elettromedicali. Lo stesso primario avrebbe fatto intendere a Maurizio Terra – titolare della Dialeur, anche lui ora ai domiciliari –  che era quello il prezzo da pagare per dirottare i dializzati verso la sua clinica privata, scoraggiando i trattamenti a domicilio. Stesso atteggiamento nei confronti di Carmelo Antonio Alfarone, altro imprenditore da cui è partita la denuncia.

Non solo mazzette

Ma non c’erano solo i soldi. E non c’era solo la Dialeur, di cui Palumbo possedeva il 60%. È più lunga la lista dei benefit che i vertici di sei cliniche romane avrebbero concesso al nefrologo per i dirottamenti: tre carte di credito per pagare ristoranti nel cuore di Roma, boutique, spa e alberghi 5 stelle in tutta Italia. E poi l’affitto di un appartamento a due passi da San Pietro a 1.600 euro al mese, una Mercedes, una Smart e una Maserati in leasing. Persino l’assunzione della compagna come consulente, con uno stipendio di 2.900 euro mensili.

Il “Sistema Palumbo”

Era questo il “sistema Palumbo”, ipotizzato dalla Procura e per il quale in 12 sono attualmente indagati. Secondo Paola Della Monica, gip che ieri ha disposto i domiciliari per Palumbo e Terra nell’ordinanza di convalida dell’arresto, il medico sarebbe “parte essenziale di un progetto che, sfruttando la sua posizione di vertice all’interno della struttura pubblica, assicura un raccordo tra ospedale e cliniche private e opera una indebita commistione con interessi privati” garantendogli “in forza del potere derivante dalla sua posizione e della sua effettiva possibilità di indirizzare i pazienti in una struttura piuttosto che in un’altra, delle remunerazioni, dei vantaggi, delle utilità”. Per schermare i pagamenti, il primario avrebbe creato anche una società di comodo, la Omnia 2025 Srl.

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