I conti pubblici italiani sono ripartiti ma questo “non consente di abbassare la guardia”. Lo afferma il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018. L’uscita dalla recessione e la ripresa economica si sono ormai avviate, ma questo non significa “il termine delle difficoltà quotidiane di tante famiglie”.
Il presidente avverte che “il quadro attuale della finanza pubblica non permette più il calo del debito pubblico”. La strada indicata dalla magistratura è quella delle riforme perché “le cicatrici della crisi necessiteranno di tempo per essere rimarginate e – sottolinea Buscema – non bisogna rallentare la presa sui conti pubblici”.
La Corte dei Conti si sofferma sul taglio del debito pubblico. “Il quadro attuale della finanza – incalza il presidente – è precluso non tanto dagli obblighi che provengono dall’estero, dagli accordi europei, quanto piuttosto da rispetto di un maggior equilibrio nella divisione degli oneri”.
Ma il presidente della Corte dei Conti si sofferma anche sul tema della corruzione. L’Italia infatti è ancora tra i peggiori paesi d’Europa: secondo il report di Trasparency international, a fare peggio sono solo la Grecia e la Bulgaria. “L’attenuazione delle regole e le logiche di emergenza che ispirano grandi opere e grandi eventi possono favorire la corruzione, che va combattuta con forza” afferma Buscema. “L’azione di contrasto svolta dalla Corte a tutela della legalità – spiega il presidente parlando dell’impegno della magistratura contabile nella lotta alla corruzione – è sempre più necessaria specie in considerazione dell’attenuazione delle rigide regole della contabilità pubblica”.
