Corte dei Conti | Foto di Carlo Dani, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Corte dei Conticon il Pnrr l'Italia ricevedall'Ue più di quanto versa

Il timore anche per la programmazione dei Fondi europei 2014-2020

ROMA – Con i fondi del Pnrr l’Italia passa da contributore a percettore all’interno dell’Unione europea.  Lo rivela la Corte dei Conti nella Relazione annuale 2022 sui rapporti finanziari Italia/UE e sull’utilizzo dei fondi europei. Quella che traspare è l’apprensione per gli esiti che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza giocherebbe sul ruolo economico dell’Italia all’ interno dell’UE.

La Corte dei Conti ha sottolineato come questo timore si avvalga di basi be salde: nel 2012 i versamenti con cui l’Italia ha contribuito al bilancio dell’Unione Europea rispondono alla cifra di 18,1 miliardi di euro, budget invitato a titolo di risorse proprie. D’altra parte le risorse che l’Unione Europea ha destinato al nostro paese raggiungono la cifra di 26,724 miliardi, di cui 10,198 legati proprio al Pnrr. Un aumento complessivo del 129,2% che come conseguenza, ha trasformato la posizione del nostro Paese, che in questo modo si è ritrovato ha dismettere il ruolo di contributore, passando a quello di percettore netto sul versante dei fondi europei.

Una nuova posizione che, sempre secondo la magistratura contabile, andrà valutata nel futuro, solo attraverso un’analisi dell’esito concreto del Pnrr e alla realizzazione degli strumenti espansivi presenti nel Quadro finanziario pluriennale vigente fino al 2027.

La preoccupazione riguarda anche la programmazione dei Fondi Ue 2014-2020. Un timore che, come spiegato dai magistrati contabili, non viene attenuato dai relativi miglioramenti in termine di pagamento “all’interno di uno scenario che vede significative interconnessioni tra il Pnrr e le politiche supportate dai Fondi strutturali”. “Il quadro generale di attuazione finanziaria della programmazione 2014-2020 desta alcuni elementi di preoccupazione – spiegano – legati principalmente alle maggiori risorse di provenienza europea cui ancora non corrisponde una dinamica positiva in termini di pagamenti. Questo, malgrado il lieve miglioramento registrato nella loro percentuale (55% al 31 ottobre 2022, contro il 48 del 2021)”.

Beatrice D'Ascenzi

Nata a Roma, mi laureo prima al Dams in Cinema, Televisione e Nuovi media e successivamente mi specializzo in Informazione Editoria e Giornalismo presso l’Università Roma Tre. Amo il cinema, la storia latino-americana e il giornalismo radiofonico, che spero riesca a placare la mia costante necessità di parlare. Di me dicono che sembro uscita da un romanzo di Gabriel García Márquez.