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HomeEsteri Corte Ue: “Il matrimonio gay celebrato in un Paese membro va riconosciuto”

La Corte Ue sui matrimoni gay
“Ogni Paese deve riconoscerli
se contratti in Stato membro”

Conta la continuità della vita familiare

Non si impone il matrimonio egualitario

di Antonio Fera25 Novembre 2025
25 Novembre 2025
matrimoni gay

Foto di archivio | Ansa

BRUXELLES – Un Paese membro dell’Ue ha l’obbligo di riconoscere un matrimonio “tra due cittadini dello stesso sesso che è stato legalmente contratto in un altro Stato membro”. È quanto prevede una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione sul caso di due cittadini polacchi, sposati in Germania, che hanno chiesto che il loro certificato di matrimonio fosse trascritto nel registro civile polacco.

Il nodo giuridico

Il governo polacco aveva opposto un muro: la legge interna non prevede il matrimonio tra persone dello stesso sesso, dunque nessuna registrazione, nessun riconoscimento. La Corte Ue ribalta la prospettiva: quel rifiuto “viola la libertà di circolazione e il diritto al rispetto della vita privata e familiare”, principi sanciti dall’ordinamento comunitario. Tradotto: gli Stati possono legiferare sul matrimonio, ma non possono comprimere i diritti dei cittadini europei.

Conta “la continuità della vita familiare”

Il punto è la continuità della vita familiare. Se una coppia dello stesso sesso si sposa in un Paese dell’Unione e ci vive esercitando diritti comunitari, deve potersi aspettare di continuare quella vita familiare al rientro nel proprio Stato d’origine. Spezzare quel legame con un atto amministrativo crea una discriminazione tra cittadini Ue a seconda del Paese in cui si trovano. Il caso risale al 2018, ma arriva a sentenza in un momento in cui il tema dei diritti Lgbt+ continua a dividere l’Europa. La decisione non impone agli Stati di introdurre il matrimonio egualitario, ma incide su un punto cruciale: se è stato contratto altrove, va riconosciuto.

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