Corvi a Viale Mazzini. Spedite lettere anonime sui conti truccati alla redazione del Tg1.

Delazione da basso impero nei corridoi di Viale Mazzini. Secondo quanto è riportato dal Corriere della Sera, è tornata la pratica delle missive anonime. Due lettere, non firmate, sono state spedite ad Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, Presidente e Amministratore delegato Rai. Un’altra, sempre dello stesso tenore, e assolutamente anonima, è stata recapitata alla Procura romana, guidata da Luigi Pignatone. Della. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Francesco Caporale, responsabile dei procedimenti contro la Pubblica Amministrazione.
Ci si deve preparare a una RaiLeaks con relativi corvi? La storia è semplice. Alcuni redattori, nomi noti o meno, avrebbero usufruito di retribuzioni festive pur non avendone diritto. Secondo una regola contrattuale se si entra prima delle 5,30 e si esce dopo le 20 si ha diritto ha un 20% in più sulla busta paga. Molti quindi avrebbero chiesto di “mettere firma” pur di aver la maggiorazione.
La vicenda risalirebbe alla direzione Maccari, e sfiorerebbe anche la direzione Minzolini del Tg dell’ammiraglia Rai. Ovviamente, di quanto accade è stato avvertito anche l’attuale direttore del Tg1, Mario Orfeo, che avrebbe dato il via a un’indagine interna che avrebbe fatto emergere già alcune irregolarità, subito definite però lievi.
Secondo le norme della Rai i giornalisti non devono timbrare cartellini nè firmare niente all’ingresso. Ogni singola variazione sull’orario ufficiale viene registrato su un foglio diverso, e confirmato dal responsabile di turno.
L’Usigrai è intervenuto sulla vicenda con un comunicato stampa. «Se qualcuno ha commesso giusto che venga sanzionato. Siamo i primi a chiedere chiarezza e trasparenza». E proprio sul tema degli orari e dell’organizzazione del lavoro il sindacato chiede «chiarezza da tempo». L’Usigrai però pone dei limiti: «Non possiamo accettare che si metta in moto la macchina del fango». «Se è vero che esiste un’indagine – continua il comunicato -, si lasci lavorare la magistratura con serenità. Non vorremmo che qualcuno avesse interesse a gettare discredito sull’intera Rai».