Istat, allarme nuovi natiNello scenario peggioremeno di 400mila nel 2021

Pesa aumento della disoccupazione nel 2019 già il minimo storico in Italia

In Italia non è soltanto “l’eccesso di mortalità” a preoccupare. La pandemia potrebbe ripercuotersi seriamente anche sulla natalità se si dovesse verificare il caso estremo in cui il tasso di disoccupazione dovesse raddoppiare. Nel primo rapporto prodotto dall’Istat in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità e pubblicato ieri, su 6.866 comuni presi in considerazione, che equivalgono all’87% del totale, è emerso a marzo un picco di decessi: 25.354 ovvero il 49.4% in più (per il complesso delle cause) rispetto alle medie del periodo tra il 2015 e il 2019. Il 54% è costituito dai deceduti positivi al Covid-19, 13.710.

Tornando alla natalità, nello scenario di crisi peggiore, i nuovi nati potrebbero scendere sotto quota 400mila già nel 2021 e non nel 2032, anno in cui erano attesi per la prima volta soltanto 396mila nascituri. Per fare un confronto, nel 2019 erano nati 435mila bambini, il dato più basso mai registrato, e nel 2020 si ipotizzano 428mila, però alle condizioni pre-pandemia. Tenuto conto del Covid-19, sono stimati 2mila nati in meno già nell’anno in corso. L’analisi sul Def è stata presentata in Parlamento dall’Istat e pubblicata anche sotto forma di paper dal presidente dell’Istituto Gian Carlo Blangiardo. Della contrazione della natalità “è certamente utile avere un ordine di grandezza, quanto meno per poterle assegnare un adeguato grado di priorità nelle azioni che dovranno portare, una volta fuori dall’emergenza, a un ritorno alla normalità”, ha fatto sapere l’Istat.

A febbraio, prima della pandemia, l’Istituto italiano di statistica aveva evidenziato come uno degli aspetti critici risiedesse nel fatto che nell’ultimo biennio le donne residenti che si trovano in età fertile, ovvero tra i 15 e i 49 anni, si sono ridotte di 180mila unità. Mentre è costante il numero medio di figli per donna, stabile a 1.29. Quindi non c’è stata una decisione generalizzata di fare meno figli quanto una riduzione di donne in età fertile. L’età del parto è in aumento a 32,1 anni. Inoltre l’Italia è uno dei Paesi in cui le donne ultraquarantenni fanno più figli di quelle che hanno meno di 20 anni. “Come conseguenza dell’abbassamento di natalità vi è un abbassamento del numero delle famiglie. Questo significa che il tessuto del nostro Paese si indebolisce e va assunta ogni iniziativa per contrastare questo fenomeno”, aveva detto nell’inverno scorso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, commentando la denatalità.

Diana Sarti

Nata a Roma nel 1995, si è laureata in scienze politiche alla Luiss. Scrive soprattutto per il web, con particolare attenzione agli esteri. Appassionata di teatro e Giochi olimpici, ha scritto spesso di nuoto e atletica leggera. Viaggiatrice da sempre e poliglotta, parla cinque lingue.