Matteo Renzi lascia la Direzione del Pd presso la sede del Partito Democratico in via del Nazareno, Roma, 06 luglio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Renzi verso le dimissioniMinoranza dem non escludeappoggio esterno a M5S

Attesa per il discorso del segretario "L'addio di Matteo è doveroso"

La minoranza Pd sarebbe disponibile a un appoggio esterno a un governo a 5 stelle.  Lo riporta il quotidiano La Repubblica. La maggior parte di loro, anche se al momento non non ha rilasciato dichiarazioni, riterrebbe doverose le dimissioni di Matteo Renzi da segretario di Pd.

Dopo una lunga notte, in mattinata Matteo Renzi avrebbe deciso di dimettersi, secondo quanto riportato da alcuni media. Ma il portavoce Marco Agnoletti twitta la smentita: “A noi non risulta”.

Al Nazareno era atteso già dalla scorsa notte, a margine delle prime proiezioni, dopo essere arrivato al comitato centrale direttamente da Firenze.

Ha preferito invece restare nella stanza dei bottoni per l’intera notte, con i fedelissimi Orfini, Martina, Lotti e Bonifazi a seguire gli spogli che hanno profilato una sconfitta netta e senza precedenti. Un 18,9 per il partito. Il segretario aveva posto l’asticella in zona 25 per cento, la percentuale che aveva preso Pier Luigi Bersani nel 2013 con la sua famosa “non vittoria”. Proprio per questo, già nella scorsa notte si sono susseguiti i vari rumors che scommettevano sulle possibili dimissioni di Renzi dalla segreteria del partito. Nella storia della sinistra italiana per rintracciare una sconfitta di questa portata bisogna tornare ad Achille Occhetto all’esordio del Pds, che arrivò sotto il 20 per cento.

A pagare pegno sono anche i ministri del governo Gentiloni, che quasi per la metà non riescono a uscire vincitori dalle sfide nei loro collegi. Il premier sfiora il 42 per cento, così come Matteo Renzi e Luca Lotti che ottengono una candidatura certa. Sconfitti invece il ministro della Difesa Roberta Pinotti e Marco Minniti, che a Macerata perde la battaglia contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo dei rimborsi che ha coinvolto il Movimento 5 Stelle.

Per il Pd, possibili alleanze con Di Maio, trionfatore di questa tornata elettorale, sembrano impossibili. Già nella serata di ieri Ettore Rosato, padre dell’attuale legge elettorale, aveva chiosato: “Se i numeri restano questi, noi saremo all’opposizione”. La minoranza interna, quella di Andrea Orlando e Gianni Cuperlo, premeva per un congresso straordinario in caso di esito al di sotto del 23 per cento già da tempo. Con questi risultati, le dimissioni di Matteo Renzi sono diventate inevitabili.

Ha collaborato Luisa Vittoria Amen

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.