Csm, Ingroia definitivamente trasferito alla procura di Aosta. “Un provvedimento punitivo”

“Rivoluzionario sconfitto, gabelliere mancato, aostano per forza? Dura la vita di Ingroia”. In un tweet irriverente, Murizio Gasparri, riassume così la vicenda di Antonio Ingroia. Dopo il no unanime alla richiesta dell’ex procuratore aggiunto di Palermo di andare a rivestire il ruolo di presidente di Riscossione Sicilia Spa (la società che riscuote le imposte per la Regione siciliana) la terza commissione del Csm con 19 voti a favore e 7 astenuti ha disposto questa mattina il suo trasferimento come sostituto alla procura di Aosta.

In base alle norme, (una circolare del Csm stabilisce che chi si candida non può tornare a fare il pm) si era inizialmente ipotizzata la destinazione di Ingroia al tribunale di Aosta (già a pieno organico con 7 giudici) piuttosto che alla procura dove c’era un posto libero, ma il Csm ha preferito non derogare alla legge sul sovrannumero, non creare un (altro) “quasi-disoccupato a spese dello Stato”, accogliendo un’obiezione espressa dallo stesso Ingroia.

L’ex pm aveva inviato al Csm una richiesta per essere ascoltato sulla questione del trasferimento, ma il plenum del Consiglio è passato direttamente al voto. “Avevo avanzato la proposta di lavorare alla procura antimafia o per l’incarico in Sicilia che voleva affidarmi il presidente Crocetta, ma il Csm è evidentemente restio alla possibilità che io metta a frutto la mia esperienza antimafia”. E’ il primo commento di Ingroia che, oggi, si è detto “amareggiato” e “deluso” per una decisione che non valorizza la sua professionalità, un “provvedimento obiettivamente punitivo” paventando anche l’idea di lasciare la magistratura

L’incarico in Sicilia gli era stato offerto dal governatore Rosario Crocetta e Ingroia aveva accettato di buon grado. Se fare l’esattore delle tasse in una sorta di Equitalia siciliana poteva sembrare una prospettiva non molto allettante, c’è da dire che le alternative per Ingroia non erano molte e quella posizione gli avrebbe permesso di “far rispettare la legge e di colpire in maniera durissima i grandi evasori, spesso legati alla mafia” come scriveva Ingroia nei giorni scorsi sul suo blog.

Dopo la fallita avventura politica alle recenti elezioni come capolista di Rivoluzione civile, ora se vuole rientrare in servizio può farlo solo ad Aosta, l’unica circoscrizione in cui Ingroia non si è candidato. La legge è chiara: i magistrati candidati e non eletti “non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le elezioni”.

Ora Ingroia attende la notifica del provvedimento per prendere “a mente fredda una decisione”. Oltre alle dimissioni dalla Magistratura gli rimane il ricorso alla giustizia amministrativa contro gli atti del Csm.

Se invece decidesse di accettare l’incarico in Valle d’Aosta non rimane che dirgli: “Benvenuto al Nord”.

Giulia Prosperetti