Da Alitalia a Whirlpoolsono 160 le crisi aziendalisul tavolo del nuovo governo

Da ieri in vigore decreto "salva Ilva" a rischio migliaia di posti di lavoro

Sono oltre 160 i tavoli di crisi aziendale che il governo Conte bis dovrà affrontare. Tra i dossier più critici, che dovranno essere affrontati dal Ministero del Lavoro, ci sono quelli di Alitalia, Arcelor Mittal (Ex Ilva), Whirlpool, Blutec, Mercatone Uno, Anpal servizi, La Perla, Ferrosud, Sider Alloys (ex Alcoa) e tanti altri. A rischio migliaia di posti di lavoro.

Proprio il giorno cui è nato il nuovo governo Conte, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 agosto, contenente le misure per la tutela del lavoro e per la risoluzione delle crisi aziendali.

In particolare, l’articolo 14 contiene le misure “salva-Ilva” in cui si stabiliscono tutele legali a tempo vincolate al rispetto del piano ambientale nello stabilimento di Taranto. “Siamo in grado di continuare a gestire lo stabilimento di Taranto oltre il 6 settembre, pur continuando a monitorare gli impatti giuridici, normativi e operativi relativi all’impianto di Taranto – ha detto Matthieu Jehl, Ceo di ArcelorMittal Italia – Ora dobbiamo affrontare la questione dello spegnimento che è stato ingiunto per l’Altoforno numero due”.

Oltre all’ex Ilva, a preoccupare è il caso Alitalia. Il 15 settembre scade la presentazione dell’offerta vincolante avanzata da Ferrovie dello Stato insieme a Delta, Atlantia e Ministero dell’Economia e delle Finanze e del piano industriale. I tempi, tuttavia, potrebbero allungarsi.

Per il caso Whirlpool, invece, nell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico il 24 luglio, i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato cinque opzioni. Al fine di garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli, che vede coinvolti circa 420 lavoratori, Di Maio aveva annunciato la presentazione nei prossimi 15 mesi di uno strumento normativo che permetterebbe sgravi fiscali e una decontribuzione di circa 17 milioni di euro. Data anche la crisi di governo, il decreto non ha ancora visto la luce.

Camilla Canale

Cresciuta tra Roma e Milano ma adottata dal Kenya. Ha studiato Filosofia e Scienze Politiche e si è appassionata ad entrambe. Ricercatrice, surfista, videomaker e umorista di professione. La sua ambizione è di rendere la cultura accessibile universalmente. L’informazione e la verità sono i suoi strumenti.