PALERMO – “La Sicilia si stringe attorno alla memoria di un uomo che resta un faro di legalità per le generazioni presenti e future”. Così il presidente della regione Sicilia Renato Schifani parla del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa nel giorno in cui a Palermo, e non solo si ricorda il sacrificio del nativo di Saluzzo, assassinato dalla mafia il 3 settembre 1982 insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
Questa mattina la cerimonia a Palermo
Oggi in via Giacinto Carini, dove il generale ha perso la vita 43 anni fa, la cerimonia per commemorarlo, con una corona d’alloro deposta in memoria delle vittime e la presenza del gonfalone della regione Sicilia ma non solo. Presenti anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della commissione nazionale antimafia Chiara Colosimo, il sindaco di Palermo Roberto Lagella e il prefetto Massimo Mariani.

Dalla Chiesa non è stato ricordato solo in Sicilia. A Milano, in piazza Diaz, come ogni anno si è tenuta la cerimonia di deposizione delle corone a cui hanno partecipato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sindaco Giuseppe Sala e la famiglia del generale, con i figli Nando e Rita.

Mattarella: “il generale si spese con rigore contro terrorismo e illegalità”
“Il generale Dalla Chiesa, nei delicati incarichi ricoperti nel corso della sua lunga carriera, si spese con rigore contro il terrorismo e l’illegalità. A 43 anni di distanza, la memoria di quel vile agguato è, per l’intero Paese, un costante monito alla responsabilità e al comune impegno nella lotta alla mafia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda il generale in una nota sul sito del Quirinale. Alle sue parole fanno eco quelle della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affidate al suo profilo X: “Un uomo di Stato, coraggioso e di profonda integrità morale, che ha sempre sacrificato la sua vita per combattere la criminalità organizzata”.
In memoria del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982 in un vile attentato mafioso, insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro e all'agente della scorta, Domenico Russo.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 3, 2025
Un uomo di Stato, coraggioso e di profonda integrità morale, che ha sacrificato la… pic.twitter.com/9ArafkQxKw
Dal terrorismo alla mafia, da Milano a Palermo
Carlo Alberto Dalla Chiesa ha fatto della lotta all’illegalità la sua ragione di vita. Dopo essere stato uno dei capi della Resistenza nelle Marche, combatte il banditismo e la mafia, arrestando 76 capi mafiosi tra il 1966 e il 1973 in Sicilia, dopo essere stato a Firenze, Como, Roma e Milano. Poi il trasferimento in Piemonte dove diviene generale di brigata a Torino dal 1973 al 1977, protagonista della lotta contro le Brigate Rosse e promotore della creazione del ‘”nucleo speciale antiterrorismo”. Fino al 1981 rimane al nord dove è coordinatore delle forze di polizia e degli agenti informativi per la lotta contro il terrorismo. Nel 1982 il ritorno in Sicilia come prefetto antimafia, ma i poteri limitati gli impediscono di agire come vorrebbe. Fino al 3 settembre 1982, quando mentre torna dal palazzo della Prefettura di Palermo nella sua Autobianchi A112 Special, una Bmw guidata da Antonio Madonia spara con un Ak-47 sull’auto del generale, guidata dalla moglie, e sull’Alfa Spider dell’agente di scorta, uccidendo tutti.