Il giallo di Via Poma: oggi la sentenza della Cassazione

delitto-via-pomaPotrebbe essere scritta oggi la parola “fine” al delitto di Via Poma 2, ormai da ventiquattro anni senza un colpevole. È al momento in corso, in Cassazione, la discussione del processo che vede Raniero Busco unico indagato per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, con cui era sentimentalmente legato all’epoca dell’omicidio. L’uomo, però, non è presente in aula per la prima volta dal 2010, quando, vent’anni dopo il delitto, per lui è iniziato il calvario di tribunali e sentenze: riconosciuto colpevole e condannato a ventiquattro anni di reclusione nel 2011, fu poi assolto l’anno seguente nel processo di secondo grado per “non aver commesso il fatto”. Busco sarà a casa, insieme alla moglie e ai figli, quando oggi la Cassazione confermerà o meno la sentenza dell’appello.

Tra poche ore, dunque, il giallo del delitto di Via Poma potrebbe dirsi definitivamente chiuso a quasi ventiquattro anni di distanza dal brutale omicidio della ventunenne Simonetta Cesaroni. Fu la sorella Paola a trovare il suo corpo senza vita, martoriato da 29 coltellate, la sera del 7 agosto 1990 dopo che, non vedendola tornare a casa dal lavoro, si era recata con il suo fidanzato e il datore di lavoro di Simonetta, in ufficio. Fu lì, tra le 17.30 e le 18.30, che qualcuno uccise la giovane romana con un tagliacarte, ma il volto del possibile omicida è cambiato tante volte nel corso degli anni.

Dapprima i sospetti caddero su Pietrino Vanacore, uno dei portieri del palazzo, e su Federico Valle, nipote dell’architetto Cesare Valle, residente in via Poma 2: entrambi vennero poi prosciolti dalle accuse per mancanza di prove.

Solo nel 2007 emerse che alcune delle tracce trovate sul reggiseno e il corpetto di Simona Cesaroni corrispondessero al DNA di Raniero Busco, fidanzato della vittima all’epoca del delitto, che ormai da anni aveva voltato pagina e conduceva una vita normale accanto alla moglie Roberta e i loro due figli.

Ciò su cui la decisione finale della Cassazione non potrà far luce sono probabilmente i tanti punti poco chiari emersi nel corso di questi ventiquattro anni e sui misteri di quell’inspiegabile omicidio efferato, rimasto a oggi privo di movente. Uno su tutti il suicidio del portiere Vanacore, tre giorni prima dell’udienza del 2010, in cui Raniero Busco compariva come unico indagato e durante la quale avrebbe dovuto nuovamente deporre.

Corinna Spirito

Corinna Spirito

Nata a Roma nel 1990, da sempre appassionata di giornalismo e cinema, è dottoressa in Scienze della comunicazione da ottobre 2012. Nel 2011 vince una borsa di studio Erasmus per un semestre in Svezia. Dal 2009 al 2012 collabora alla redazione di Prima che sia tardi, l’approfondimento cinematografico di Radio Meridiano 12; da maggio 2012 è redattrice e web editor per la testata online www.ecodelcinema.com e da gennaio 2013 tiene una rubrica per I Cinemaniaci sulla web radio www.yradio.it.