HomeSpettacoli A distanza di 12 anni, Muti torna alla Scala: «si respira aria di casa»

A distanza di 12 anni
Muti ritorna alla Scala
«Si respira aria di casa»

Nel 2005 si era dimesso

All'evento Sala e Franceschini

di Alessio Foderi20 Gennaio 2017
20 Gennaio 2017

Dodici anni dopo il suo addio, stasera Riccardo Muti arriva nuovamente alla Scala per l’unica tappa italiana del tour europeo con la Symphony Orchestra. Era il 2 maggio del 2005 quando, fresco di dimissioni burrascose, alzò la bacchetta per l’ultima volta sul podio del teatro milanese portando in scena i Wiener Philharmoniker. Oggi è pronto a tornare, felice di presentare all’Italia, dopo i successi di Amburgo e Parigi, quella che definisce ‘la sua nuova famiglia’, ovvero l’orchestra americana di cui è direttore musicale.

75 anni compiuti lo scorso giugno, una carriera brillante e amatissimo dal pubblico. Non è infatti una sorpresa che la doppia data del 20 e 21 gennaio sia già sold-out da tempo. Il primo concerto si aprirà con il Don Juan di Richard Strauss e si chiuderà con Contemplazione di Alfredo Catalani. La serata di sabato inizierà invece con il Konzertmusik per archi e ottoni di Paul Hindemith, seguito da In the South (Alassio) di Edward Elgar. Al ritorno in scena di Muti presenzieranno il sindaco di Milano Giuseppe Sala (presidente dello stesso teatro) e il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

«Se discutiamo del passato, io della Scala ho solo i bei ricordi» dichiara Muti alla Fondazione Corriere della Sera, specificando che sul suo addio la stampa ha inventato tante bugie, specie all’estero. «Non hanno capito niente – continua – c’è stata una rottura. Nulla di catastrofico. Io me ne sono andato una volta. Toscanini tre». Felicissimo del suo ritorno è l’ex sovrintendente Carlo Fontana: «è un artista che ha caratterizzato un periodo memorabile». Muti si dice emozionato di tornare, ma quella del teatro di Milano è per lui «aria di casa». A chi insiste sulle vere ragioni del suo addio nel 2005 taglia corto: «Scriverò un libro prima di morire». Ad Alexander Pereira, nuovo sovrintendente della Scala, che gli chiede di dirigere un’opera nuova, risponde invece che «serve del tempo».

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