HomeSpettacoli Il docufilm “Almeno credo”: cattolici, ebrei e musulmani insegnano la tolleranza

Il docufilm "Almeno credo"
Cattolici, ebrei e musulmani
insegnano la tolleranza

I millennials a confronto con la fede

in onda il 9 marzo alle 21 su Tv2000

di Valerio Del Conte02 Marzo 2017
02 Marzo 2017

“Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età, ci si potrà aspettare qualche cosa da lui”. Così Arthur Schopenhauer commentava il rapporto tra i giovani e la religione. Il tema è oggetto anche del documentario “Almeno credo” filmato da Gualtiero Peirce, in onda giovedì 9 marzo in prima serata su Tv2000. Il progetto, ideato da Beppe Attene e dallo stesso Peirce in collaborazione con Andrea Cerola, si presenta come un “sequel” di un altro documentario trasmesso su Rai3 durante la Pasqua del 2008.

Nel 2007 il giornalista e regista Gualtiero Peirce girò “Primo giorno di Dio”, che raccolse le testimonianze di alcuni bambini nel primo giorno di scuola. I piccoli studenti della scuola cattolica Antonio Rosmini, dell’istituto ebraico Vittorio Polacco e della scuola integrativa della moschea El Fath, diedero lezioni importanti sulla tolleranza e sull’uguaglianza. La parola “religione” viene, infatti, dal verbo latino religio, che significa “legare”: invece di legare le persone a rigidi dogmatismi, la religione dovrebbe legarle tra di loro, aiutarle a comprendersi a vicenda.

A dieci anni di distanza, l’autore ha rintracciato quei bambini, ora ragazzi dalla forte fede. «Tutti i nostri intervistati hanno conservato un grande spazio interiore spirituale dieci anni dopo – ha affermato Peirce – I ragazzi si sono mostrati come sono, con i loro valori e con questo “credere” che rappresenta sicuramente una forza capace di accomunarli». Le figlie dell’Imam della Magliana, Tasnim e Mariam, affrontano ogni giorno il pregiudizio del velo, tra battute e scherni vari. Moris e Alessio, invece, sentono una forte connessione con Israele, mentre David, di religione ebraica, e il musulmano Safa frequentano il liceo aeronautico con l’obiettivo di imparare a volare. Queste sono solo alcune delle storie raccontate, che demoliscono lo stereotipo dei millennials intrappolati tra lo schermo di un computer e quello di uno smartphone. Per Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, il documentario è «un piccolo contributo alla costruzione di un mondo migliore, dove nessuno possa più dire e credere che si uccida nel nome di Dio, dove la religione non sia mai strumento di odio, dove la fede non abbia mai paura del dialogo».

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