Debora Vicidomini

“Dopo il filler ho perso la vista da un occhio ma non la voglia di vivere”

L’odissea sanitaria di Debora “Un caso raro, non deve più succedere"

Debora dopo il filler ha perso la vista dell’occhio sinistro. A Lumsanews racconta la sua drammatica esperienza e la sua incredibile capacità di reazione perché dice “non bisogna mai abbattersi”.

Debora, come sta oggi?
“Io vivo come se avessi un nastro isolante nero sul mio occhio sinistro. È una situazione molto pesante, una tortura psicologica. Ogni tre mesi devo fare dei controlli perché ho delle ischemie sulla retina che nel tempo potrebbero anche degenerare e ho un leggero strabismo. Non ci sono rimedi per quello che mi è stato fatto perché ho avuto un infarto dell’occhio”.

Quando ha inizio questa storia?
“Il 1 febbraio 2022, quando vado in un centro di medicina estetica a Napoli per fare un trattamento ai capelli. Due mesi prima avevo fatto un botox che non era riuscito bene. Non era possibile ripetere il ritocco in così breve tempo ma loro mi hanno proposto il filler come una sorta di cadeaux per sopperire al botox non riuscito; così mi hanno fatto questo filler sull’arcata sopraccigliare quasi centrale. Ho subito capito che qualcosa non andava. Ho visto tre scintille e il buio”.

Cosa era successo?
“L’acido ialuronico ha preso un capillare dell’arteria oftalmica che si trova sulla zona sopraccigliare e quindi essendo il filler di acido ialuronico un riempitivo ha chiuso completamente questo vaso e ha fatto partire un trombo che ha generato un infarto istantaneo del mio occhio sinistro. Da subito ho avvertito un dolore atroce e il buio completo. Mi hanno fatto la ialuronidasi. Successivamente sono stata portata all’ospedale e sono stata ricoverata per otto giorni. Il settimo giorno ho fatto un esame alla testa molto invasivo dove mi hanno iniettato del contrasto per vedere se avevo qualche passaggio di sangue dalla zona dell’occhio sinistro all’occhio destro. Questo non c’è stato e ho avuto la sentenza definitiva: avevo perso completamente la vista”.

Il suo è un caso rarissimo
“Rarissimo al mondo. In Italia, a meno che qualcun’altro non l’abbia denunciato, non ce ne sono”.

La sua famiglia è stata fondamentale
“Sì, mio marito mi ha aiutato molto perché perdere completamente la vista di un occhio comporta instabilità, capogiri, perdita dell’equilibrio, difficoltà a mettere a fuoco tutto. Per fortuna il mio fisico ha reagito discretamente e non ho deciso di non perdermi”.

Questi trattamenti sono sdoganati dai social e quindi anche banalizzati ?
“Non va bene che si ricorra a questo tipo di interventi fin da piccolissimi. L’attenzione, invece, dovrebbe esserci sempre sia da parte del medico che da parte del paziente. Io non ho fatto una denuncia penale per tanti motivi. Per salvare me stessa in primis. Ho pensato subito solo a come riprendermi”.

State cercando di divulgare il più possibile la vostra storia. Perché?
“Ne parlo perché parlare del proprio malessere è un modo per somatizzarlo e lo faccio anche a titolo informativo. Nel 2023 queste cose non devono succedere”.

C’è un messaggio che vuole mandare?
“Voglio mandare due messaggi. Il primo è che dovremmo informarci di più e bisogna recarsi solo in strutture qualificate dove chiedere realmente quali possono essere tutte le conseguenze possibili. Il secondo messaggio è che non bisogna mai abbattersi perché la vita è una e dobbiamo comunque cercare la strada giusta per viverla bene trovando sempre degli obiettivi per andare avanti”.

Silvia Longo

Classe 1996. Lucana. Dopo una laurea triennale e magistrale in Relazioni Internazionali qui per coltivare una passione che ho da sempre: scandagliare la realtà e tradurre in parole fatti ed emozioni.