HomeCronaca Draghi al vertice UE: “Nessuna scusa sui vaccini”. Dubbi sulle scelte inglesi

Mario Draghi al vertice Ue
"Nessuna scusa sui vaccini"
Dubbi sulle scelte inglesi

Ursula Von der Leyen: "certificato

vaccinale per viaggiare fra tre mesi"

di Enrico Scoccimarro26 Febbraio 2021
26 Febbraio 2021

Non è soddisfatto, Mario Draghi. Ha alzato la voce ieri di fronte agli altri 26 leader dell’Unione Europea nel vertice per coordinare, in videoconferenza, gli sforzi contro il Covid-19. Il premier italiano ha ha sottolineato come le aziende che non rispettano gli impegni non hanno scuse, perché “occorre andare più veloce”, e sulle consegne delle dosi “non danno certezze”.

“È necessario esigere che le case farmaceutiche rispettino quanto avevano promesso”, ha spiegato il commissario europeo Paolo Gentiloni, aggiungendo che c’è una “sottovalutazione” del problema da parte della Commissione.

È stata anche trovata una prima intesa “di principio” sul “passaporto vaccinale” europeo per viaggiare. La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che ci vorranno tre mesi per svilupparlo in quanto “ci sono ancora questioni politiche in sospeso e anche questioni scientifiche”. Saranno perciò probabilmente disponibili prima dell’estate, come annunciato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

La comunità scientifica europea esprime dubbi sulla decisione inglese di modificare il protocollo vaccinale rispetto alle indicazioni date dalle case farmaceutiche: Londra, infatti, ha scelto di ritardare la seconda dose per coprire con la prima più persone possibili. Questo fa sì che al 25 febbraio oltre un quarto della popolazione inglese abbia ricevuto la prima dose. Dati apparentemente buoni sull’esito di questo tentativo arrivano dalla Scozia, ma la comunità scientifica li osserva con cautela, anche perché solo il tempo potrà consentire di verificare la reale portata e durata della protezione della dose singola in assenza di protocolli sperimentali specifici.

Intanto ieri è iniziata la campagna vaccinale a San Marino – uno dei paesi più colpiti dal virus – con il vaccino Sputnik, non avendo ricevuto le dosi dall’Italia. La prima dose è stata iniettata a 25 operatori di sanità. Il Congresso di Stato del Titano ha definito questo giorno “memorabile”, sottolineando come “dopo un lungo periodo di sofferenze e di paure, si intravveda la luce in fondo al tunnel”.

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