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HomeEconomia Draghi sveglia l’Ue: “Urge risposta rapida”. Priorità debito comune, servono 800 miliardi

Mario Draghi scuote l'Europa
"Ue agisca come unico Stato
Difendere i valori fondanti"

Priorità debito comune per 800 miliardi

Il monito: "Bisogna fare qualcosa ora"

di Alessio Sebastiano Corsaro18 Febbraio 2025
18 Febbraio 2025
Draghi

Mario Draghi parla all'European Parliamentary Week a Bruxelles | Foto Ansa

BRUXELLES – “La risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte. Velocità, scala e intensità saranno essenziali”. In uno dei momenti più critici per la tenuta politica ed economica dell’Unione Europea, Mario Draghi torna a parlare, per suonare la sveglia e fornire una linea da seguire di fronte alle sfide più complesse per Bruxelles. L’ex Presidente del Consiglio italiano è intervenuto in mattinata nella sede del Parlamento europeo, in veste di autore del rapporto sulla Competitività Ue, accendendo i riflettori su innumerevoli temi, tra cui la reazione alle mosse statunitensi, lo sviluppo dell’IA e la necessità di azioni rapide su difesa ed energia. 

Draghi: “Fondamentale debito comune Ue”

L’imperativo assoluto è quello di far fronte comune e muoversi in maniera compatta. Secondo Draghi, “è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre più come se fossimo un unico Stato”. La sfida che vedrà vedrà protagonisti tutti i principali attori politici, dai governi nazionali alla Commissione europea, sarà quella di fornire una risposta adeguata sui settori di ricerca, industria, commercio e finanza, grazie a “un coordinamento senza precedenti” e a un cambiamento del modello decisionale, che, stando al rapporto, dovrebbe fondarsi sul principio della maggioranza qualificata. Il presupposto fondamentale su cui fondare questo fronte unico sta in primo luogo nella necessità di un debito comune Ue, volto al raggiungimento di una cifra che oscilla tra i 750 e gli 800 miliardi. Debito che deve essere “sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi”. 

La vulnerabilità della Difesa europea

“Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa”. È un monito d’allarme forte e chiaro quello lanciato da Draghi in occasione dell’European Parliamentary Week 2025 rispetto ai recenti sviluppi sulle trattative tra Usa e Russia per la fine della guerra in Ucraina. Nonostante l’ammissione di non sapere “cosa è meglio fare in questo momento”, l’economista italiano ha esortato con forza gli stati membri dell’Ue ad agire e a farlo nell’immediato, ammettendo che “il sistema di difesa dell’Ue è una vulnerabilità”, a causa della “frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali”. Draghi ha ricordato inoltre che l’Unione Europea “è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità”. Da questo presupposto fondamentale, un quesito scomodo e necessario: “Il mondo confortevole è finito e dobbiamo chiederci se vogliamo difendere questi valori o se dovremmo andarcene e andarcene dove?”. 

Draghi
L’intervento dell’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi all’Eurocamera | Foto Ansa

Settori strategici: IA, industria chimica e siderurgica

Tra le priorità su cui intervenire in maniera massiccia, l’IA è indubbiamente un tema centrale. L’ex Presidente del Consiglio ha infatti sottolineato come “il ritmo dei progressi dell’IA si è accelerato rapidamente”, con i modelli “diventati molto più efficienti”. L’elemento di realtà che preoccupa è dato dal fatto che “la maggior parte dei progressi avviene al di fuori dell’Europa”, facendo sì che “ogni giorno che passa, la frontiera tecnologica si allontana da noi”. La speranza, stando alla prospettiva di Draghi, risiede nel calo dei costi, vista come “un’opportunità per recuperare più velocemente”. 

Il rapporto sulla competitività dell’economia europea si concentra dettagliatamente anche sul fronte energetico. Nel corso del suo intervento, l’economista italiano ha definito “fondamentale” una riduzione dei prezzi dell’energia, “non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate”. Al tempo stesso, Draghi ha aggiunto che è necessario “garantire condizioni di parità per il settore innovativo delle tecnologie pulite”, in modo da “beneficiare delle opportunità della transizione”. Citando i dati raccolti a partire dal 2012, secondo l’ex banchiere risulta chiaro come sia diventato “strategico mantenere industrie come quella siderurgica e chimica, che forniscono input all’intera economia e sono fondamentali per la difesa, in un mondo in cui le relazioni geopolitiche si evolvono e il protezionismo aumenta”. 

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