Eurobond, oggi il vertice UeItalia con altri otto paesiLa Germania non cambia idea

Lagarde favorevole a misura "una tantum" Draghi: "Il debito pubblico aumenterà"

Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. Nove paesi hanno inviato una lettera all’Europa – precisamente al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – per chiedere l’introduzione dei cosiddetti eurobond, coronabond o, come li ha chiamati questa mattina Giuseppe Conte in Senato, “european recovery bond”. La comunicazione, firmata dai leader delle nove nazioni, è stata inviata ieri, nell’ottica di poter discutere apertamente del tema oggi, in videoconferenza, per un vertice del Consiglio europeo che si preannuncia decisamente complesso.

Se da un lato i nove paesi firmatari della lettera hanno l’obiettivo di convincere gli altri ad attuare una misura senza precedenti, dall’altro alcuni stati influenti, Germania e Olanda su tutti, sembrano veramente poco convinti della proposta. Bisognerebbe superare l’ostico tabù della condivisione delle risorse e dei debiti. Il governo tedesco ritiene che si stia mettendo in piedi “già una considerevole serie di misure per contrastare gli effetti economici del Coronavirus a livello europeo”, ha spiegato ieri il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert. “Sugli eurobond l’idea del governo tedesco e della cancelliera non è cambiata – ha aggiunto – anche in tempi di crisi è ancora necessario che controllo e garanzia restino nella stessa mano”.

Mario Draghi, sulle colonne del Financial Times, ha invitato i governi ad “agire con forza per evitare una grande depressione”, la chiave sarà “un significativo aumento del debito pubblico”. La sua erede Christine Lagarde, presidente della Bce, appoggia l’idea eurobond, la vede come “uno strumento da usare una tantum” e ha già provato a spingere l’Eurogruppo a esplorarla. I Paesi del nord non hanno intenzione di condividere i rischi sovrani, ma potrebbero essere disposti ad alleggerire le condizionalità del Mes.

Tommaso Coluzzi

Tommaso Coluzzi è nato e cresciuto a Roma, ha ventiquattro anni, un sacco di macchinette fotografiche ed una laurea in Comunicazione. Ama scrivere di tutto e si interessa, in ordine sparso, di dinamiche culturali internazionali, cinema, musica e tutto ciò che è catalogabile in ambito artistico