Negozianti all'opera in uno dei marcatini aperti a Napoli dopo il lockdown imposto dal Coronavirus, 11 maggio 2020. ANSA / CIRO FUSCO

Fase 2, decidono le RegioniRiaperture differenziateNegozi, bar ed estetisti ok

Linee guida nazionali non più vincolanti ancora chiusi cinema, teatri e palestre

Richiesta accolta: dal 18 maggio saranno le Regioni a guidare la fase due, in maniera autonoma. Tradotto: ci saranno delle linee guida generiche, ma le riaperture saranno comunque differenziate, con ciascun territorio che sceglierà da sé come muoversi. Il via libera “formale” di Palazzo Chigi c’è. E, ad anticiparlo, è stato ieri il presidente ligure Giovanni Toti, con un post su Twitter, a margine dell’incontro dei governatori con il premier Giuseppe Conte. Per il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, adesso inizia “la fase della responsabilità per le Regioni”.

Sarà infatti la responsabilità il punto fondamentale per combattere il Coronavirus. Ai governatori, infatti, viene data la possibilità di discostarsi dalle direttive dell’Esecutivo non più solo in senso “restringente”. Tra giovedì e venerdì, quando arriveranno i dati su questi primi dieci giorni di fase due, saranno infatti fornite le linee guida dal Comitato tecnico-scientifico per una ripartenza in massima sicurezza.

Ma poi spetterà alle singole regioni, che presenteranno ciascuna un programma autonomo per le attività da riaprire, farle rispettare. Si comincerà da commercio al dettaglio, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri. E quindi: tavoli distanziati di almeno due metri, uso obbligatorio di mascherine e guanti per camerieri, sanificazione quotidiana degli ambienti comuni. Sulle spiagge bisognerà garantire il distanziamento degli ombrelloni, con prenotazioni e riduzione complessiva dei posti. Oltre alla sicurezza in acqua. Perché, senza il rispetto di queste regole, secondo gli scienziati il numero di malati di Coronavirus tornerà a salire.

Anche per questo, al Governo rimane la possibilità di intervenire nel caso in cui fosse necessario bloccare nuovi focolai. Il riferimento sarà sempre la curva del contagio, oltre ai criteri definiti dal ministero della Salute. Nel caso, gli interventi del Governo saranno tempestivi e coordinati con le Regioni, spiegano da Palazzo Chigi. E, sempre per prevenire altri focolai, per il momento restano fuori dalla ripresa cinema, teatri, concerti, palestre, piscine e tutte quelle altre attività per cui il rischio di assembramento è ancora troppo alto. Infine, si discute tra Governo e territori sulle tempistiche e le modalità di riapertura dei confini interregionali. Al momento, non esiste ancora una visione univoca da parte delle Regioni.