HomeSpettacoli Festival di Roma 3/. Richard Gere e Benicio Del Toro tra le star della quarta giornata

Festival di Roma 3/. Richard Gere e Benicio Del Toro tra le star della quarta giornata

di Corinna Spirito19 Ottobre 2014
19 Ottobre 2014

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Una domenica stracolma di appuntamenti quella di ieri al Festival Internazionale del Film di Roma. Si è iniziato con l’incontro con Miike Takashi, vincitore del Maverick Director Award 2014, e quello con il regista di “Trash”, Stephen Daldry, per poi passare alle premiere di “#ScrivimiAncora”, “Time Out of Mind” ed “Escobar: Paradise Lost”.

#ScrivimiAncora – Il red carpet del cast di “#Scrivimi Ancora” era previsto per le 16.30, ma sono stati tantissimi i ragazzi che hanno atteso sin dalla mattina presto per accaparrarsi i posti migliori lungo il tappeto rosso. L’attesa per questo film è alle stelle, sia perché l’omonimo romanzo da cui è tratto è firmato dall’amatissima autrice di “P.S. I love you”, Cecilia Ahern, sia perché il giovane regista Christian Ditter ha scritturato due attori molto seguiti dai teenagers, Sam Claflin (“Pirati dei Caraibi 4”, “Hunger Games”) e Lily Collins (Biancaneve”, “Shadowhunters”). Il loro arrivo a Roma è stato accolto calorosamente da tantissimi adolescenti che hanno letteralmente invaso l’Auditorium Parco della Musica, ma, nonostante la fama, i due protagonisti si sono mostrati molto umili e sorpresi da tutte le attenzioni. “È strano pensare che tutte queste persone siano qui per noi” ha detto Lily Collins “ma è un regalo poter condividere il film con persone così entusiaste. A questo carico di affetto non ci si abitua ed è bello non farlo, perché ogni volta è estremamente emozionante”.
Sam Claflin le ha dato ragione: “Fino a pochi anni fa ero dall’altra parte del tappeto rosso: so come ci si sente. Il pubblico italiano è fantastico: passionale e pazzo nel senso più positivo possibile”.

Gli interpreti hanno poi raccontato del rapporto che hanno instaurato dal primo momento: sotto consiglio del regista, Christian Ditter, hanno imparato ad osservarsi a vicenda e cercare di intuire l’uno l’animo dell’altro. “Siamo stati fortunati” ha confessato Sam Claflin “abbiamo scoperto di essere molto simili, ci accomuna lo stesso senso dell’umorismo… e anche l’amore per le feste”. Oltre a una visione comune sul senso di destino. Nel film, infatti, si avverte forte il senso di fato e di ciò che comporta fare una scelta anziché un’altra, di quanto una decisione possa cambiare la propria vita. “Non credo esistano scelte giuste o scelte sbagliate” ha raccontato la Collins “Una decisione che sembra giusta in un dato momento della nostra resta sempre tale, anche se in seguito non vi ci riconosciamo più. L’importante è essere onesti con se stessi e non avere rimpianti”. E il collega si trova perfettamente d’accordo: “È importante fare sempre ciò che si pensa sia giusto, anche se gli altri non la vedono allo stesso modo.”

“#Scrivimi Ancora” arriverà nelle sale italiane il prossimo 30 ottobre e, a giudicare dal sold out in sole quattro ore dall’apertura delle biglietterie del festival, promette di attrarre molti fan al cinema.

Time Out of Mind – Non meno attesa una star internazionale, amata ormai da oltre trent’anni, Richard Gere. Dopo cinque anni l’attore è tornato a calcare il tappeto rosso del Festival Internazionale del Film di Roma per presentare un film da lui prodotto e interpretato, “Time Out of Mind”. Lo script del film fu scritto da Oren Moverman addirittura negli anni ’80, ma Richard Gere lo ha letto soltanto lo scorso anno, innamorandosene completamente. Come l’ha descritto lui stesso, non si tratta di un film tradizionale, con una trama vera e propria, ma di un film sui sentimenti e le emozioni: il protagonista è un senzatetto che cerca di cavarsela giorno dopo giorno. Non sappiamo nello specifico cosa gli sia successo, perché si trovi lì; nel corso della storia ci viene dato soltanto qualche indizio. “Sarebbe stato troppo facile sapere da dove veniva il nostro personaggio, chi era, e cosa l’ha portato a ritrovarsi senza niente, a vivere sulla strada”: spiega Richard Gere mentre sorseggia una tazza di tè. L’importante non è chi sia o come sia arrivato lì, ma ciò che prova.

I 21 giorni di riprese sono stati per l’attore una vera e propria sfida. L’ex ufficiale gentiluomo si è trovato a vestire i panni del barbone e a interpretare un ruolo completamente diverso dall’uomo compito ed elegante che l’ha sempre contraddistinto in questi anni. Anche la tecnica usata è stata molto particolare: Gere si è ritrovato per quasi la maggior parte del tempo a camminare per le strade di New York, in mezzo alla gente; le telecamere erano molto lontane da lui o nascoste nei negozi o sui tetti. Oggi, mentre sfilava sul tappeto rosso, tutti l’hanno acclamato, eppure solo qualche mese fa, camminava nelle strade affollate di NYC e nessuno lo notava. Nessuno l’ha riconosciuto, tutti lo evitavano e per la prima volta ha capito come si sente un senzatetto: invisibile e tossico.

Escobar – Lost Paradise – A concludere la giornata, ci ha pensato il carismatico Benicio Del Toro che ha presentato “Escobar – Lost Paradise” insieme al collega Josh Hutcherson (conosciuto soprattutto per il suo ruolo in “Hunger Games”) e al regista Andrea Di Stefano. La storia vera di un’anima pura che arriva a conoscere Pablo Escobar e inizia una discesa negli inferi inarrestabile è stata raccontata alla stampa in un incontro molto piacevole. C’è una buona intesa nel cast (anche perché Hutcherson e Del Toro avevano già lavorato insieme a “7 Days in Havana”, rispettivamente come interprete e regista). “Ci siamo divertiti molto” ha spiegato il più giovane “non è stato lo stesso tipo di lavoro rispetto al film precedente, ma tornare insieme sul set è stata un’esperienza bellissima”.

Nonostante le difficoltà nel recitare in spagnolo, una lingua che non conosce, Josh Hutcherson si è detto estremamente soddisfatto di “Escobar – Lost Paradise”: dopo i ritmi frenetici con cui ha lavorato negli scorsi anni, ora vuole concedersi del tempo e scegliere i progetti con calma, accettando solo storie molto interessanti come questa.

Benicio Del Toro ride di gusto quando gli ricordano che questo è l’ennesimo ruolo dark della sua carriera. A chi gli chiede perché si ritrovi sempre a interpretare personaggi negativi, lui ammette: “I’m a bad guy” (“Sono un cattivo ragazzo”), anche se confessa di essere interessato a immergersi prossimamente in un ruolo comico.

Corinna Spirito

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