Finanziamenti ai partiti: Bossi indagato, Lusi accusa Rutelli e Renzi

Corrono sullo stesso binario i casi Lusi – Margherita e Bossi-Lega. Il leader del Carroccio è stato iscritto nel registro degli indagati per truffa ai danni dello stato. Secondo gli inquirenti, Bossi era consapevole della gestione illecita del denaro, ricevuto dai rimborsi elettorali perla Lega Nord, da parte dell’ex tesoriere Francesco Belsito. In particolar modo le indagini si sono concentrate sulle spese della famiglia Bossi.Le multe di Renzo. I figli del Senatur, Renzo e Riccardo, dal 2008 al 2011 avrebbero ricevuto una “paghetta” da 5000 euro al mese, dalla quale sottraevano le spese personali. Il Trota avrebbe collezionato anche una serie di multe fra Bologna e Milano che Belsito pagava poi con i fondi leghisti. Riccardo invece, per le riparazioni al suo suv mercedes ML, avrebbe speso circa 20.000 euro. Secondola Procura di Milano, non solo l’ex leader leghista firmava le spese sostenute per l’attività politica del 2010 ma «si hanno gli elementi utili per dire che Umberto Bossi era consapevole dell’utilizzo dei fondi anche per terze persone», sostiene il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, facendo riferimento proprio alle spese per la “Family”.Anche gli stessi Riccardo e Renzo sono stati iscritti nel registro degli indagati, dalla Procura di Milano, con l’ipotesi di appropriazione indebita.
Lusi ascoltato al Senato Non sono più calme le acque della sinistra per la vicenda Lusi. Ieri l’ex tesoriere della Margherita è stato ascoltato dalla giunta per l’immunità del Senato. Indagato dalla Procura di Roma per appropriazione indebita di denaro ai danni del suo partito, di fronte ai suoi colleghi ha fatto nomi e cifre, e ha consegnato un personale memorandum. Belsito racconta come abbia gestito i fondi della Margherita: versamenti e mensilità venivano versati a varie fondazioni, tra cui una chiamata «Centocittà» di proprietà di Rutelli. Ha sostenuto inoltre che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, avrebbe richiesto dei soldi, circa 120.000 euro. Altri 3.000 finivano ogni mese all’ex sindaco di Catania per Enzo Bianco, somma salita poi a 5.500 euro. La tesi di Lusi al Senato conferma quanto già dichiarato dallo stesso ex-tesoriere qualche settimana fa nella trasmissione di Michele Santoro Servizio Pubblico:«posso far crollare il centrosinistra». In conclusione, continua Lusi, «Ai vertici della Margherita c’era un patto per spartire i soldi».Non è tardata ad arrivare la smentita di Rutelli che accusa Lusi di essere «un ladro patentato e scaltro abilissimo nel carpire in modo diabolico la fiducia altrui».
E mentre il Parlamento tarda ad accordarsi sulla legge che dimezza i finanziamenti ai partiti, grazie all’ostruzionismo della Lega, ci si chiede: che fine avrebbero fatto i rimborsi elettorali elargiti dallo Stato se non ci fossero stati i Lusi e Belsito di turno?