ROMA – Della possibilità di aprire una stagione congressuale dopo Berlusconi all’interno di Forza Italia se ne era parlato tanto. Ora è proprio Antonio Tajani ad aprire alla sfida per la guida del partito azzurro. Il titolare degli Esteri, intervenendo da Bruxelles al termine del vertice del Partito popolare europeo, ha risposto alla domanda sulla recente iniziativa del governatore calabrese Roberto Occhiuto, che a Palazzo Grazioli ha riunito l’area liberale dei forzisti, rilanciando il tema del confronto interno. “Se mi sfiderà per il Congresso? Magari, la competizione mi esalta. Ma i voti vanno contati”, ha risposto sorridendo l’attuale leader.
Ridefinire una nuova leadership azzurra
Tajani non respinge l’idea che un confronto competitivo possa svolgersi prima della data già fissata per l’assemblea nazionale di primavera 2027. “Sono contento se si fa il Congresso”, ha aggiunto, ribadendo che nelle dinamiche del partito a contare saranno soprattutto le scelte degli iscritti e i numeri emersi alle urne.
La circostanza segna un passaggio significativo per Forza Italia. Dopo la morte di Silvio Berlusconi, il partito ha dovuto ridefinire i propri equilibri e riorientare la leadership. Tajani, nominato segretario nazionale pro tempore nelle fasi successive alla scomparsa del fondatore e poi confermato secondo procedure interne, ha progressivamente consolidato la sua leadership, pur mantenendo un profilo da garante dell’unità.
Ora la linea interna pare spostarsi verso una stagione di confronto aperto tra diverse visioni politiche e strategie organizzative. Il dibattito si è intensificato nelle ultime settimane, con esponenti come Occhiuto che sollecitano più slancio riformista e un ruolo più marcato per le componenti liberal del partito.
L’ombra della famiglia Berlusconi
Il tema della leadership, del resto, è tornato al centro del dibattito azzurro anche per le recenti parole di Pier Silvio Berlusconi. L’amministratore delegato di Mediaset, pur escludendo una propria discesa in campo, ha parlato apertamente della necessità di un rinnovamento di Forza Italia, invocando “facce nuove” e una spinta generazionale capace di guardare al futuro del partito. Un messaggio letto da molti come un incoraggiamento ad aprire una nuova fase, senza mettere in discussione l’attuale guida ma sollecitando un confronto più ampio sulle prospettive politiche e sulla classe dirigente. In questo contesto si inserisce anche l’iniziativa di Occhiuto, che contribuisce a riaccendere una discussione rimasta finora latente.
Per Tajani i congressi “sono una prova di democrazia” e ha lasciato intendere che non teme alcuna competizione interna. Alle spalle, però, resta l’asse con la famiglia Berlusconi – rafforzato da recenti incontri, tra cui quello a Milano con Marina Berlusconi – che continua a fungere da elemento di stabilità e riferimento simbolico nel confronto tra le varie anime azzurre.
In questo quadro, il piano per i congressi regionali e quello nazionale resta confermato, ma non più percepito come una formalità di routine. La leadership di Forza Italia potrebbe essere messa alla prova da un confronto tra proposte politiche e vision diverse, segnando una nuova fase nella storia del partito dopo l’era berlusconiana.


