Papa Francesco e il lavoro:al centro la persona umana,no all'economia dello scarto

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All’indomani del accordo siglato sull’acciaieria tarantina dell’Ilva, il Santo Padre è tornato a parlare di lavoro ed economia. Questa volta Francesco ha scelto le colonne del Sole 24 Ore per spiegare le sue posizioni in una lunga intervista rilasciata al direttore del quotidiano di Confindustria Guido Gentili, la prima uscita su un giornale di informazione economica finanziaria.

“La crescita è sempre il risultato dell’impegno di ciascuno per il bene della comunità – ha dichiarato il Pontefice-. Infatti le capacità individuali non possono esprimersi al di fuori di un ambiente comunitario favorevole, dal momento che non si può pensare che il risultato raggiunto sia semplicemente la somma delle singole capacità. Nessuno può vivere isolato o indipendente dagli altri. La vita sociale non è costituita dalla somma delle individualità, ma dalla crescita di un popolo”. Una netta presa di posizione contro quella che il Pontefice definisce “l’economia dello scarto e dell’esclusione”, che segue la sua prima esortazione apostolica Evangelii Gaudium.  “Non possiamo ignorare che una economia così strutturata uccide perché mette al centro e obbedisce solo al denaro: quando la persona non è più al centro, quando fare soldi diventa l’obiettivo primario e unico siamo al di fuori dell’etica e si costruiscono strutture di povertà, schiavitù e di scarti” ha risposto il Papa argentino.

Lavoro, ma anche mondo dell’imprenditoria (che tradizionalmente forma il grosso dell’audience del giornale): “le imprese possono dare un forte contributo affinché il lavoro conservi la sua dignità riconoscendo che l’uomo è la risorsa più importante di ogni azienda, operando alla costruzione del bene comune, avendo attenzione ai poveri. So che in molte aziende si dà un giusto spazio alla formazione. Sono convinto che gioverebbe molto a un’azienda completare la formazione tecnica con una formazione ai valori: solidarietà, etica, giustizia, dignità, sostenibilità, significati sono contenuti che arricchiscono il pensiero e la capacità operativa”.

Un impegno sui temi sociali al quale seguirà anche, il 14 ottobre la canonizzazione di Paolo VI che parlando di lavoro scriveva che “la legge del libero scambio non è più in grado di reggere da sola le relazioni internazionali. I suoi vantaggi sono certo evidenti quando i contraenti si trovino in condizioni di potenza economica non troppo disparate: allora è uno stimolo al progresso e una ricompensa agli sforzi compiuti. quando le condizioni. La cosa cambia, però, quando le condizioni siano divenute troppo disuguali da paese a paese: i prezzi che si formano “liberamente” sul mercato possono, allora, condurre a risultati iniqui”.

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.