GAZA – Un’altra Flotilla, un altro abbordaggio. La missione congiunta della Freedom Flotilla, che aveva raccolto il testimone della precedente spedizione, è stata fermata nella notte dall’esercito israeliano, a 120 miglia da Gaza.
Su X il Ministero degli Esteri israeliano ha confermato l’intercettazione della nuova spedizione, affermando che un altro vano tentativo di violare il blocco navale si è concluso in un nulla di fatto. Il Ministero ha poi confermato che le navi sono state trasferite in un porto israealiano. I passeggeri a bordo sarebbero “tutti salvi e in buona salute” e si prevede che saranno espulsi tempestivamente.
Secondo quanto si apprende dai canali social della Flotilla, almeno due imbarcazioni sono state abbordate e la maggior parte delle dirette streaming sono state interrotte. A bordo delle navi almeno nove italiani con cui, dal momento dell’abbordaggio, nessuno ha più avuto contatti.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto su X che l’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba il nuovo abbordaggio e ha assicurato che verrà prestata tutta l’assistenza necessaria con la richiesta al governo israeliano di garantire il rispetto dei diritti individuali fino al momento dell’espulsione.
Terzo round dei colloqui a Sharm: filtra ottimismo
Intanto, a Sharm el Sheik proseguono i negoziati tra Hamas e Israele. Da quanto emerso finora, il gruppo terrorista che controlla la Striscia sarebbe pronto al disarmo ma non ad accettare Tony Blair alla guida di un’amministrazione internazionale per Gaza.
Questa mattina un leader di Hamas ha dichiarato all’Associated Press che le due parti si sono scambiate le liste dei prigionieri da rilasciare e ha ribadito che c’è ottimismo sull’esito dei colloqui, come già confermato nei giorni precedenti dai mediatori.
Un clima positivo che, stando ai media dello Stato ebraico, potrebbe portare a una firma dell’intesa entro il weekend.
Dopo i due round di negoziati sul piano tecnico oggi si attende l’imminente ingresso in campo di negoziatori di profilo più alto come Steve Witkoff, l’inviato Usa in Medio Oriente, il premier del Qatar e il capo negoziatore israeliano Ron Dermer.
L’allarme dell’Unicef
Intanto, la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, ha ribadito come negli ultimi due anni, secondo le notizie, un numero sconcertante di 64 mila bambini sono stati uccisi o mutilati in tutta la Striscia di Gaza, tra cui almeno mille appena nati. “Il mondo non può e non deve permettere che questo continui”, ha dichiarato Russel.