Un edificio a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, illuminato di viola | Foto Ansa

Disturbi alimentarimonumenti lillaper la giornata nazionale

La campagna Anci e Never give up Onlus Solo nel 10% di casi si chiede aiuto

ROMA – Una luce lilla proiettata su piazze e monumenti per “fare luce” sui disturbi alimentari, problema che secondo la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) affligge oltre 3 milioni di persone in Italia.

In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, celebrata ogni anno il 15 marzo e istituita nel 2012 per prevenire i disturbi della nutrizione, i comuni italiani hanno scelto di illuminare i propri monumenti di lilla. “È un gesto dal forte valore simbolico e ci auguriamo che aiuti a richiamare l’attenzione su di un problema così serio e diffuso” ha dichiarato Antonio Decaro, presidente Anci (Associazione dei Comuni Italiani), che insieme a Never give up Onlus ha ideato la campagna di sensibilizzazione.

Secondo Stefania Sinesi, direttore scientifico di Never give up, anoressia e bulimia “sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni in Italia”, ma se trattate in tempo possono essere curate. Purtroppo, però, spiega ancora Sinesi, ad oggi solo nel 10% dei casi chi ne soffre riesce a chiedere aiuto, in media dopo tre anni dal decorso della malattia.

Attirare l’attenzione sui disturbi alimentari risulta ancora più importante se si guarda ai dati forniti dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia). Secondo la presidente Elisa Fazzi, negli anni si è registrato un aumento del 30% di casi di anoressia, bulimia e disturbo dell’alimentazione incontrollata, probabilmente anche a causa dell’impatto negativo della pandemia.

Preoccupante è poi l’abbassamento dell’età di insorgenza, individuabile in “bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente “con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente”.

Dagli studi, inoltre, è emerso come tra i disturbi più diffusi vi sia l’anoressia nervosa. Una ricerca italiana, pubblicata su International Journal of Environmental Research and Public Health, ha sviluppato un nuovo approccio terapeutico che sfrutta la realtà virtuale. I pazienti possono così immergersi in un ambiente virtuale, adatto al loro stato psicologico, che permette di rinnovare l’esperienza col reale attraverso una modalità giocosa.

Chiara Esposito

Nata a Napoli. Laureata in Archeologia, storia dell'arte e scienze del patrimonio culturale presso l'Università Federico II e in Editoria e Scrittura alla Sapienza. Aspiro a diventare giornalista professionista.