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Italia Viva non ci sta: “Non hanno i voti”

Governo ancora diviso
sul blocca prescrizione
Italia Viva non ci sta

Renzi denuncia una svolta giustizialista

Bordo: "L'avversario comune è Salvini"

di Matteo Petri07 Febbraio 2020
07 Febbraio 2020

Matteo Renzi negli studi di Cinecitta’ durante la prima assemblea nazionale di Italia Viva, Roma 1 Febbraio 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI

L’accordo sul blocca-prescrizione non c’è. Non sono riusciti a trovare un punto di sintesi comune le quattro forze che sostengono la maggioranza del governo Conte due sulla questione della riforma della giustizia. Ieri la capo delegazione al governo di Italia Viva, Teresa Bellanova, ha respinto l’accordo di mediazione proposto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il cosiddetto “lodo Conte bis”, sul quale si sono accordati Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, prevede una distinzione di procedimento tra condannati e assolti in primo grado. Sostanzialmente l’eliminazione della prescrizione avverrebbe soltanto in casi di condanna in primo e in secondo grado. Secondo la proposta del premier, infatti, anche per i condannati in primo grado e poi assolti in Corte d’Appello si recupererebbero i termini di prescrizione.

Dopo la fine del vertice, nella tarda serata di ieri, era stata paventata anche l’ipotesi di un’uscita dal governo della componente renziana. Ma questa mattina è lo stesso Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a precisare la situazione, rivendicando comunque il suo veto sulla proposta avanzata dal premier, ma ribadendo anche di non essere intenzionato a far cadere il governo.

“No, no e no. Non voglio mettere fine a questa esperienza di governo – spiega il senatore a Radio Capital -. Ma a mio avviso questo accordo a tre che hanno fatto ieri non ha la maggioranza in Parlamento. Può darsi che sbagli, leggo che Conte è pronto ad avere cinquanta parlamentari centristi che votano questa riforma – sferza l’esponente di Italia Viva -. La votassero loro, io non lo farò”.

Renzi attacca infine i democratici: “Non capisco perché il Pd, che ha i numeri, dopo i risultati in Emilia Romagna non sfrutti l’occasione per dettare l’agenda“. E ancora: “Se sul campanello del Nazareno c’è scritto “Travaglio” è una mutazione genetica dal riformismo al giustizialismo”, ha detto Renzi.

A stretto giro è arrivata la risposta del vice capogruppo Pd alla Camera Michele Bordo: “Da Renzi ultimatum e poi puntuale marcia indietro. Spiace che continui ad attaccare il partito sbagliato: il nostro avversario è la destra di Salvini”.

Gli ha fatto eco il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti all’apertura della Direzione nazionale del partito: “Stiamo vivendo un passaggio molto delicato per le prospettive del paese, le forze progressiste e Pd. Il futuro è ancora da scrivere, le potenzialità non sono ancora espresse e i pericoli permangono e si sono ancora consolidati. Questa realtà non è però compresa da molte parti”.

L’opposizione intanto alza i toni. “Il lodo Conte bis sulla prescrizione è solo un altro pasticcio che non risolve i disastri della riforma Bonafede, e infatti non ha trovato il consenso di Italia Viva”, attacca la capogruppo al Senato di Forza Italia Anna Maria Bernini.

Caustico il segretario della Lega Matteo Salvini: “Questo è un governo che campa solo sui rinvii e invece con la libertà dei cittadini non si scherza. Posso solo dirvi che non andranno avanti ancora per molto”, ha concluso il leader parlando con i giornalisti dalla nuova sede del Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria.

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