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HomeCronaca Hacker, in Italia il 10% dei cyberattacchi mondiali: nel mirino il settore governativo-militare

Cyber attacchi
In Italia il 10%
di quelli mondiali

I nuovi dati del Rapporto Clusit 2025

Il settore governativo è il più colpito

di Elisabetta Guglielmi05 Novembre 2025
05 Novembre 2025
Foto da Pixabay

Foto da Pixabay

ROMA – Un primato in negativo per l’Italia nel campo dei cyberattacchi. Nel primo semestre del 2025 nella Penisola si è verificato il 10,2% degli hackeraggi mondiale.

I nuovi dati sui cyberattacchi

A rivelare i nuovi dati sui cyberattacchi è l’ultimo rapporto Clusit, diffuso dall’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica. Nata nel 2000 presso il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano, l’associazione rappresenta oltre 600 organizzazioni appartenenti a tutti i settori e collabora con diversi Ministeri, Authority, Istituzioni e organismi di controllo.

Secondo i dati appena pubblicati, nei primi sei mesi del nuovo anno i cybercrimini hanno superato il 10% di quelli compiuti in tutto il mondo. Una cifra che rivela una crescita rispetto allo scorso anno, quando è stato registrato in Italia il 9,9% degli attacchi mondiali, confermando una escalation dal 3,4% del 2021.

Il fenomeno più diffuso è l’hacktivism: si tratta di azioni dimostrative di matrice politica o sociale. Nel mirino il settore governativo-militare, che registra il 38% del totale, con una crescita del 600% su anno. I ricercatori del Clusit spiegano che si tratta di attacchi “probabilmente da parte di sabotatori coordinati da strutture governative russe” che si attestano sul 54%, superando il 46% dei casi del tradizionale cybercrime (46%) finalizzato al furto di dati o denaro.

Al secondo posto ci sono invece i trasporti-logistica (17% del totale), che hanno realizzato in sei mesi oltre una volta e mezzo il numero degli incidenti di tutto il 2024.

Un dato anomalo per l’Italia

A livello mondiale, secondo il Clusit, nei primi sei mesi del 2025 sono stati 2.755 gli incidenti cyber rilevati nel mondo, in crescita del 36% rispetto al secondo semestre del 2024. L’alta incidenza di attacchi in Italia, come spiega Luca Bechelli (membro del comitato direttivo Clusit), si pone come un dato anomalo. La “percentuale di incidenti realizzati verso l’Italia – si legge nel report – risulta anomala sia rispetto alla dimensione della popolazione che a quella del Pil nazionale. Ciò rappresenta uno svantaggio competitivo per il Paese”.

Anche gli attacchi ai settori dei trasporti sarebbero riconducibili, come spiega Becchelli, “alla volontà degli attaccanti di mettere in crisi interi comparti dipendenti dalle filiere dei fornitori limitando la capacità di garantire approvvigionamento e distribuzione”.

Le cause

Le ragioni degli incidenti registrati nel campione di Clusit nel primo semestre 2025 sono da ricondurre a malware. Anna Vaccarelli, presidente di Clusit, spiega che “la difficoltà crescente nel difendersi porta a un aumento significativo dei rischi. Se questa tendenza dovesse consolidarsi, il problema rischierebbe di espandersi coinvolgendo tutto il sistema organizzativo, industriale e sociale”.

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