SHARM EL SHEIK – Mettere fine alla guerra a Gaza: questo l’obiettivo dei negoziati avviati oggi 6 ottobre in Egitto tra la delegazione israeliana e quella di Hamas. Lo scrive Donald Trump su Truth, in attesa di capire se il suo piano sulla Striscia verrà accettato da entrambe le parti. Da Isreale annunciata l’espulsione di 170 attivisti della Global Sumud Flotilla, tra cui Greta Thunberg.
Sul tavolo il piano di Trump: “Discussioni molto positive questo fine settimana”
Il presidente americano prevede una rapida conclusione dei negoziati, già avviati con incontri preliminari, sostenendo che “la prima fase dovrebbe essere completata questa settimana”. Il piano, proposto ad Hamas attraverso diversi ultimatum, prevede il rilascio dei 47 ostaggi israeliani ma anche la consegna da parte di Israele di 250 palestinesi detenuti nelle carceri e di 1.700 gazawi arrestati dal 7 ottobre 2023. Annunciato anche un “Consiglio per la pace” presieduto da Trump per guidare una coalizione palestinese di governo provvisorio e l’amnestia per i membri di Hamas che collaboreranno.
Il presidente egiziano: “Siamo sulla strada giusta”
Prima di incontrare la delegazione israeliana, il capo negoziatore di Hamas Khalil al-Hayya ha fissato un incontro al Cairo con i mediatori di Qatar e Egitto. Per il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi il piano di Trump rappresenta una svolta: “Non posso che esprimere la mia lode e gratitudine al Presidente degli Stati Uniti per la sua iniziativa di stabilire un cessate il fuoco a Gaza. Significa che siamo sulla strada giusta verso una pace e una stabilità durature”.
Chi discute del futuro di Gaza
A presiedere i colloqui per la delegazione israeliana sono arrivati a Sharm el-Sheikh Gal Hirsch, coordinatore per gli affari dei prigionieri, alti funzionari dello Shin Bet e del Mossad, e alcune task force di esperti. Per gli Stati Uniti Steve Witkoff, inviato speciale in Medio Oriente e Jared Kushner, politico statunitense di origini ebraiche e genero di Donald Trump. Khalil al-Hayya guida la delegazione palestinese che si impegna su due fronti: da una parte i negoziati con Israele e dall’altra incontri intra-palestinesi per porre fine alle divisioni interne.
Da Israele le reazioni della società civile
Dalla società civile arrivano opinioni diverse sulla riuscita del piano. Per il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa “si percepisce un clima di speranza, c’è anche tanta stanchezza, in tutti. La forte pressione internazionale apre un minimo di possibilità. Si è aperto uno spiraglio che non ha precedenti”. Ma per lo scrittore israeliano Etgar Keret non bisogna illudersi, “perché troppe volte ci siamo stati vicini e non è successo niente. E perché questo è un piano ambizioso, un percorso che rischia anche di portare a uno Stato palestinese. E Netanyahu questo non lo vuole”. Intanto, nonostante la richiesta del presidente Usa di fermare i raid sulla Striscia, fonti di Gaza dichiarano che l’Idf sta continuando a bombardare in diverse zone.
Flotilla, prevista la liberazione degli attivisti: “Gravi gli abusi subiti”
Il servizio penitenziario israeliano dichiara che oggi verranno espulsi circa 170 attivisti. Tra questi 28 cittadini francesi, 27 greci, 9 svedesi e gli ultimi 15 italiani rimasti dopo l’abbordaggio della Flotilla. “Partiranno con un volo charter per Atene – spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani – e saranno assistiti dalla nostra ambasciata sia alla partenza e poi in Grecia nel trasferimento verso l’Italia”. Arriva la denuncia di Adalah, organismo legale del movimento Global Sumud Flotilla: “Gravi gli abusi subiti. Detenuti in celle sovraffollate, alcuni costretti a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo inadeguate”. Prevista anche l’espulsione dell’attivista svedese Greta Thunberg.