Il Movimento 5 Stelle occupa Camera e Senato fino a mezzanotte. Grillo: «La demolizione è cominciata»

Si sono chiusi in Parlamento per protestare contro la mancata nomina delle commissioni permanenti. Il Movimento 5 Stelle ha così dato vita ieri a una singolare e discussa occupazione di Camera e Senato, che si è protratta fino a mezzanotte. Alla fine, tra sbadigli e provviste, i grillini hanno alzato bandiera bianca e sono tornati a casa senza aver ottenuto nulla di concreto. Anzi, si sono alzate forti critiche per gli sprechi di elettricità causati dalle ore extra di accensione dei lampadari.
La protesta. Proprio nel giorno dell’incontro tra i due leader di Pd e Pdl, Bersani e Berlusconi. Proprio nel giorno in cui un piccolo segnale di maturità delle nostre forze politiche sembrava presagire un tiepido risveglio. Proprio ieri, i grillini hanno messo in scena una protesta annunciata. Più coerente con la linea di partito, che intesa a favorire una maggiore sensibilità per un governassimo o un governo di larghe intese. Beppe Grillo non usa mezzi termini, infatti, quando parla di «golpe iniziato da anni per delegittimare e svuotare il parlamento». E poi, la linea “isolazionista” del M5S torna in auge con le dichiarazioni rilasciate da Grillo a “Metro” in cui ribadiva la volontà del partito di non allearsi con nessuno. «La demolizione è cominciata – ha detto Grillo -. Abbiamo promesso di mandarli tutti a casa e li manderemo tutti a casa». Eppure ieri la protesta dei grillini alla Camera e al Senato, pur nella sua compattezza, non ha risparmiato momenti di noia e perplessità a stento celata. Dentro, nell’emiciclo di Montecitorio c’era chi sbadigliava, come il deputato Roberto Fico. Chi giocava a poker con l’ipad, chi telefonava ai parenti e chi si lamentava su Facebook, come fa Tatiana Basilio, di non poter nemmeno andare in bagno. Già, infatti il regolamento della Camera parla chiaro: durante le sedute non si può abbandonare l’aula. A fare da raccordo tra le occupazioni di Camera e Senato un filo telefonico diretto che collega Roberta Lombardi e Vito Crimi, rispettivi capogruppo del M5S a Camera e Senato. Tra la lettura di un articolo e un altro della Costituzione, i due grillini si telefonano per sapere come procede. Tutto bene, tranne qualche intruso, dice Crimi, come Scilipoti che dai banchi del Pdl continua a fissarli impietrito.
Contro gli sprechi. «Questa è un’occupazione seria!», ha detto la Lombardiai cronisti, con un tono severo e irritato. Un’occupazione talmente seria, che ha però i suoi costi. Proprio quei costi eccessivi della “casta” spesso contestati dai grillini. Noi stiamo proprio per uscire  – ha detto  Crimi -. Temo una bolletta pazzesca». I grillini sanno bene che quello che stanno facendo è per loro un’arma a doppio taglio. Lo si legge bene nel nervosismo di Rocco Casalino (ex concorrente del Grande Fratello e ora uno dei responsabili della comunicazione del M5S), che fuori dalla Camera, in Transatlantico, arriva verso le 20.30 e battibecca con un commesso che in modo encomiabile non si scompone per gli straordinari forzati.
«No, scusi, mi faccia capire – dice Casalino al commesso – ma davvero tutte queste luci restano accese per colpa nostra?».
«Sì, è proprio così», gli risponde il commesso. «Tutto resterà accesso per voi, per illuminare la vostra protesta. E a pagare – aggiunge il commesso – come al solito saremo noi cittadini:siete arrivati qui per combattere contro gli sprechi, ma sprecate anche voi». E la bolletta, anche stavolta, sarà salata. Perché ieri sera di luci accese ce ne erano molte: dagli enormi lampadari con cinquanta lampadine ai meravigliosi candelabri, plafoniere in stile liberty e luci al neon della sala stampa e nella notte la protesta si spegne.

Gianluca Natoli