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HomePolitica Ilaria Salis salva per un voto: sì dell’Eurocamera in plenaria, approvata l’immunità

Ilaria Salis salva per un voto
Sì dell'Eurocamera in plenaria
Approvata l'immunità

L'eurodeputata: "In aula a testa alta"

Favorevoli in 306, contrari in 305

di Chiara Di Benedetto07 Ottobre 2025
07 Ottobre 2025

Ilaria Salis al Parlamento europeo di Strasburgo | Foto Ansa

STRASBURGO – Ilaria Salis è salva, il Parlamento europeo ha respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare avanzata dall’Ungheria con 306 voti favorevoli e 305 contrari. È il secondo e ultimo verdetto. Anche nel primo, quello del 23 settembre della commissione giuridica Juri del Parlamento europeo, l’eurodeputata di Avs aveva ottenuto un risultato favorevole in extremis, grazie a una differenza di un solo voto. Lo stesso è accaduto oggi. L’eurodeputata ha commentato il risultato in una nota: “È una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte”.

Contro tutti i pronostici

Il leader della Lega Matteo Salvini ha puntato il dito contro coloro che, dal centrodestra, hanno salvato Salis: “Con il trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di centrodestra ha scelto di salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!”. I pronostici, prima che iniziasse la plenaria, non sembravano positivi. Manfred Weber, presidente del gruppo popolare al Parlamento europeo (Ppe) – la famiglia politica che raccoglie i partiti di centro-destra – aveva escluso la possibilità di sostenere Salis: “Siamo favorevoli al rispetto dello Stato di diritto e del regolamento del Parlamento europeo: i nostri consiglieri giuridici ci hanno detto che è giusto revocare l’immunità a Salis perché il suo reato è stato commesso prima del suo mandato. Noi siamo per le regole, non bisogna politicizzare la questione”. La dichiarazione di Weber sembrava dunque escludere l’ipotesi, paventata nei giorni scorsi,  di un patto tra Salis e il Ppe: quest’ultimo avrebbe dovuto fornire il numero di deputati necessario a confermare l’immunità in cambio del voto contrario, da parte di Sed (l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), contro le mozioni di sfiducia alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in votazione il 9 ottobre. 

Ecr per lo Stato di diritto

Salis contava sui voti certi dei democratici, 312 sostenitori provenienti dai gruppi Sed, Renew, Verdi e Sinistra. Per arrivare alla maggioranza di 360 gliene mancavano, però, altri 48. Qualcuno supponeva la defezione di una frangia di franchi tiratori del Ppe, o dei fedelissimi di Von der Leyen: per il gruppo di destra, infatti, consegnare un’eurodeputata al presidente sovranista ungherese Viktor Orbán, acerrimo nemico della presidente della Commissione europea, avrebbe costituito un problema politico. Sembrava netta anche la posizione del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr), che, per mezzo del suo capogruppo, Nicola Procaccini, aveva invitato tutti coloro “che credono nello Stato di diritto” a votare a favore della revoca: “Lei è stata candidata per un solo motivo, sfuggire alle sue responsabilità, ma noi riteniamo che questo posto non sia un rifugio per chi scappa da reati che per altro non sono connessi all’attività di deputato”.

L’appoggio dei democratici

Il capogruppo dei Verdi, Bas Eickhout, è parso poco persuaso dalle prese di distanza dei due partiti conservatori. Durante una conferenza stampa a Strasburgo, aveva spiegato che “tutto” sarebbe dipeso dal Ppe e da Ecr, dalle delegazioni nazionali “che non sempre fanno ciò che dicono. Con Ecr, infatti, non si sa ma”. L’europarlamentare aveva poi sottolineato che non ha senso parlare di rispetto dello Stato di diritto ungherese come hanno fatto dal Ppe: “Il voto sull’immunità di Ilaria Salis sarà sul filo di lana, a scrutinio segreto. Noi siamo contrari alla revoca, perché per noi lo Stato di diritto è importante, e riteniamo che l’Ungheria non lo rispetti”. Salis aveva ringraziato tutti i suoi sostenitori per l’affetto e la solidarietà: “Oggi sarò in Aula a testa alta”, aveva scritto su X- Adesso potrà uscire da quell’aula certa della sua immunità.

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