Infermiere killer a Roma, l’avvocato sciopera e salta il processo: è accusato di aver provocato la morte dell’ex amante

È durata ben poco l’udienza di ieri mattina del processo a carico di Angelo Stazzi, l’infermiere di 66 anni accusato di aver ucciso sette anziani ricoverati in una casa di riposo di Sant’Angelo Romano, in provincia di Roma. L’avvocato difensore, infatti, non era presente per via dello sciopero indetto dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura: così ai giudici non è rimasto altro da fare che rinviare il processo.

La terza Corte d’Assise di Roma, quindi, dopo aver preso atto che il legale di Stazzi, Cristiano Conte, era in sciopero, ha rimandato il tutto a metà ottobre, quando sarà completato l’esame dei testimoni d’accusa.
L’infermiere, chiamato anche “l’Angelo della morte”, è accusato di aver ucciso sette persone nella casa di cura di Villa Alex, dove l’uomo prestava servizio tra il dicembre 2008 e il settembre 2009. Alle vittime, tutte tra i 70 e il 90 anni, venivano somministrate forti dosi di psicofarmaci, per abbatterne il sistema immunitario, poi iniezioni letali di insulina.
Le indagini degli agenti della Squadra Mobile capitolina  partirono, infatti, dopo aver constatato che tutti gli anziani erano deceduti per «grave ipoglicemia determinata dalla somministrazione di farmaci».
Stazzi però aveva già ucciso: un omicidio risolto dopo anni  dalla sezione “Cold case” della Squadra Mobile di Roma, quello di Maria Teresa Dell’Unto, infermiera del Policlinico Gemelli e amante ed ex collega dell’infermiere La donna scomparve inspiegabilmente nel 2001 e solo dopo otto anni fu rinvenuto il cadavere sepolto nel giardino dell’abitazione di Angelo Stazzi.
Dopo quell’efferato delitto, l’uomo aveva scelto l’arma della “dolce morte”, che in alcuni casi subentrava anche dopo due mesi. Si informava in maniera quasi ossessiva sullo stato di salute dei pazienti, a volte spacciandosi anche per medico, sotto falso nome.
«Sono un medico mancato. Ne so più di tanti altri dottori», diceva al telefono ad una badante russa che era anche la sua compagna. In questo modo “l’Angelo della morte” credeva di aver messo in scena un delitto perfetto, senza tracce della sua follia assassina. Ma una anziana aveva resistito a quelle iniezioni e fu ricoverata con il massiccio quantitativo di insulina nel sangue.
Ora, bisognerà aspettare la prossima udienza per ascoltare il consulente medico dell’accusa e l’investigatore dell’Unità delitti insoluti della Squadra Mobile di Roma, che portò a termine tutte le indagini da cui scaturì l’accusa per Stazzi.