La sede centrale dell'Istat in via Cesare Balbo a Roma in una foto diffusa dall'ufficio stampa dell'Istituto nazionale di statistica, 25 settembre 2019. ANSA/UFFICIO STAMPA ISTAT ++ HO - NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

L'Istat lancia l'allarme Pil-4,8% nel primo trimestre"Mai così male dal 1995"

A marzo, stabile l'indice di occupazione Prezzi: +2,6% il cibo, -9 la benzina

L’epidemia di Coronavirus ha avuto un forte impatto negativo sull’economia italiana. Per il primo trimestre del 2020, l’Istat rivela un calo del Pil pari al 4,7% rispetto al trimestre precedente, e del 4,8% sull’analogo periodo dello scorso anno. Si tratta di una flessione mai registrata dal 1995, indotta “dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento”. Tale variazione “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive”. Ma a causa delle difficoltà date dall’epidemia, l’ente sottolinea “il carattere provvisorio delle stime”, che risentono “degli ostacoli posti dall’emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di base”.

Nonostante l’emergenza sanitaria, e tenendo conto della provvisorietà dei dati, a marzo l’occupazione in Italia ha retto senza gravi diminuzioni. L’Istat afferma che “l’occupazione ha registrato una sostanziale tenuta, anche per effetto dei decreti di sostegno all’occupazione”.

Il mese scorso l’occupazione è diminuita di 27mila unità rispetto a febbraio 2020 e di 121mila unità rispetto a marzo 2019. I lavoratori sono circa 23 milioni, con un tasso di occupazione calato al 58,8%. Sempre nello stesso periodo i disoccupati scendono di 267mila unità rispetto a febbraio e di 571mila unità rispetto a marzo dell’anno scorso, con un calo tendenziale attorno al 21%. L’Istat specifica che “la diminuzione marcata della disoccupazione si associa alla forte crescita dell’inattività”, con quest’ultima aumentata del 2,3%, oltre 300mila unità.

L’Istat cita anche l’inflazione azzerata ad aprile. La variazione dell’indice dei prezzi al consumo risulta nulla su base annua rispetto allo 0,1% dello scorso mese. È il dato più basso dall’ottobre del 2016. La forbice, si potrebbe dire lo “spread”, tra il tasso d’inflazione azzerato e il cosiddetto “carrello della spesa”, che sale del 2,6% (a marzo era +1%), risulta ai massimi da quando sono disponibili i dati Istat per il confronto tra i due indici.

Spinte contrapposte sui prezzi: l’aumento su base annua per il cibo è del 2,8%, mentre benzina e diesel calano rispettivamente del 9% e del 10%. In flessione anche le variazioni tendenziali dell’energia elettrica sul mercato tutelato (-13,6%) e del gas (-14,2%).

Francesco Muccino

Nato a Roma nel 1991, sono laureato in Scienze della Comunicazione. Di carattere altruista ed amante della scrittura, sono da sempre interessato all’ambito giornalistico e partecipo al Master della Lumsa per comprendere meglio quale potrà essere il mio percorso di vita.