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la vittoria del No fa discutere
sulla legge elettorale

Italicum al Senato
la vittoria del No fa discutere
sulla legge elettorale

di Rossella Melchionna06 Dicembre 2016
06 Dicembre 2016

«L’Italicum è la legge migliore del mondo». Così esordiva, Matteo Renzi, all’indomani dell’approvazione della legge elettorale entrata in vigore lo scorso luglio. Negli ultimi giorni, però, lo scenario è totalmente cambiato e l’attuale legge, in bilico a causa della vittoria del No al referendum, potrebbe essere modificata se non addirittura cancellata.

L’Italicum, infatti, è stato pensato per essere applicato esclusivamente alla Camera. Ma con il trionfo del No e la bocciatura della riforma costituzionale, resta il bicameralismo perfetto e cambiano le carte in tavola: se il Parlamento decidesse di indire nuove elezioni, la legge elettorale andrebbe necessariamente corretta per poter essere valida anche per il Senato. Il quale, per adesso, è legato al Consultellum, il sistema elettorale di impianto proporzionale con preferenza unica.

Attualmente, la legge elettorale in questione, che ha come obiettivo creare una netta maggioranza, prevede i seguenti punti: soglie di sbarramento pari al 3% per l’entrata in Parlamento; premio di maggioranza alla lista (non alla coalizione) che ottiene il 40% dei voti – si andrebbe al ballottaggio qualora non si raggiungesse tale soglia – capilista bloccati scelti dal partito, con il resto dei candidati stabilito tramite preferenze; territorio  diviso in 20 circoscrizioni, a loro volta suddivise in 100 collegi; norma “anti-flipper” per diminuire la casualità nell’assegnazione dei seggi. La Corte Costituzionale, però, sta esaminando alcuni punti delle legge che potrebbero risultare incostituzionali. Probabilmente, il ballottaggio e i capilista bloccati potrebbero essere eliminati. Il premio di maggioranza, invece, potrebbe essere concesso alla coalizione e non al singolo partito.

Secondo le ultime posizioni prese dai rispettivi leader politici, Lega Nord e Fratelli d’Italia vorrebbero andare subito al voto mantenendo in vita – così com’è – l’Italicum. Dello stesso parere è anche il Movimento 5 Stelle, che fino a poco tempo lo aveva definito fascista. Cauta è invece Forza Italia, che preferirebbe un sistema proporzionale, mentre la minoranza Pd chiede modifiche ormai da tempo.

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