La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il vice presidente del Consiglio e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri | Foto Ansa

La manovra arriva in Senatoe sarà blindataPreoccupa il Pil quota zero

Salvini: "Avrei voluto la pace fiscale" Schlein: misure senza futuro

Dopo il vertice di maggioranza di ieri, la manovra approda in Parlamento, non prima però di aver ottenuto la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha dato il via libera al ddl. Il testo si snoda di 109 articoli.

Pensioni, quota 103 con penalizzazioni

Torna con quota 103 la possibilità di pensione anticipata con 62 anni di età e 41 di contributi, un ritorno sì, ma con significative limitazioni: calcolo contributivo, tetto all’importo  e finestre più lunghe di uscita, infatti sono previsti 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i dipendenti pubblici. In ogni caso, si legge nel decreto, l’assegno mensile riconosciuto non potrà essere maggiore di quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente.

Taglio del cuneo fiscale 

La misura più importante e più costosa del 2024 della legge di Bilancio è la conferma del taglio dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro (escluso il lavoro domestico) tranne che per la tredicesima del 2024. 

Accorpamento delle aliquote Irpef

Con il 2024 arriva l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef in un unico scaglione con un aliquota del 23%. In base al reddito sono state rideterminate le nuove aliquote: fino a 28.000 euro 23%, oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35%; oltre 50.000 euro 43%.

Fondi per la Sanità e liste d’attesa

La Legge di Bilancio  destina 136 miliardi al sistema sanitario nazionale, che serviranno per il rinnovo dei contratti e per la lotta alle liste d’attesa. Con questo denaro si interviene sul fondo per il rinnovo dei contratti pubblici che verrà incrementato con 3 miliardi nel 2024 e altri 5 miliardi nel 2025. 

Famiglie e borse di studio

Il pacchetto famiglia è uno dei più corposi della manovra.  Per le lavoratrici a tempo indeterminato con a carico almeno due figli, di cui il più piccolo sotto i 10 anni, arriva la decontribuzione totale. Per le lavoratrici con tre figli il bonus che si troveranno in busta paga vale fino a tutto il 2026 o comunque fino al compimento dei 18 anni di età del più piccolo. Le famiglie potranno usufruire del bonus asilo nido che aumenta a 3.600 euro per nati dal 1° gennaio 2024, ma con due limitazioni che nel nucleo familiare vi sia un altro figlio sotto i 10 anni di età e l’Isee familiare sia sotto i 40 mila euro. Aumenta il periodo di  congedo parentale, concesso un mese in più per i genitori con i figli fino a sei anni, retribuito al 60%.

Arrivano anche borse di studio per circa 10mila studenti per partecipare al progetto dell’Erasmus in Italia. I fondi (3 milioni nel 2024 e 7 milioni nel 2025) serviranno a erogare borse di studio da “circa 1000 euro”.

Salvini: “Si poteva fare di più”

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sulla manovra ha affermato “Avrei voluto la pace edilizia e una maggiore pace fiscale. Sono soddisfatto per l’aumento di stipendi e pensioni e per per il record di fondi per la sanità.  Abbiamo smentito i veleni di chi non credeva alle risorse per il Ponte sullo Stretto e su Quota 103 abbiamo trovato una buona mediazione.  Entro la legislatura arriveremo a tutti gli obiettivi”.

Schlein: ” La manovra è senza futuro”

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha affermato:” Le nostre proposte emendative saranno innanzitutto contro i tagli alla sanità pubblica portato avanti dal governo Meloni”.  Non solo contro i tagli agli enti locali, la segretaria del pd accusa il governo di colpire i più poveri, anche le persone con disabilità.  Aggiungendo che nella manovra manchi il diritto allo studio.” Quando miniamo il diritto alla casa degli studenti miniamo il diritto allo studio e quando miniamo il diritto allo studio miniamo il diritto al futuro di questo paese”.

Crescita a zero

Ma a preoccupare il governo è il Pil. Quello italiano è ora prossimo allo zero nel terzo trimestre del 2023, e questo comporta minor possibilità di spesa. L’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022.