La dottoressa Marzia Salgarello

“La ricostruzione postmastectomia è un doverenei confronti delle donne”

Salgarello del policlinico Gemelli "Sempre rivolgersi a specialisti"

Marzia Salgarello, professoressa di Chirurgia plastica e tra i dirigenti del reparto della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli, indaga i temi della chirurgia estetica e con Lumsanews parla delle ricostruzioni post mastectomia per le pazienti che hanno avuto un tumore al seno.

Come si riconosce un medico che fa chirurgia e medicina estetica affidabile?
“Esiste una scuola di specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Dura 5 anni. Questa è l’unica scuola di specializzazione che ricopre tutti i campi della chirurgia plastica. In Italia non è obbligatorio essere specialisti in chirurgia plastica, ricostruttiva, estetica. Io consiglio ai pazienti di affidarsi a uno specialista perché anche le cose piccole presuppongono la conoscenza di tutte le complicanze, l’anatomia, la farmaceutica dei prodotti che vengono usati”.

Botox e filler sono trattamenti molto richiesti.
“Sì. Sono aumentati. Sia la medicina estetica che la chirurgia estetica aumentano. Le statistiche del 2022 parlano, infatti, di un aumento dell’11,2 % delle procedure in tutto il mondo comparato al 2021. La chirurgia ha avuto un incremento maggiore del 16,7 % e per le punturine siamo al 7,2 %”.

Ci sono però una serie di rischi collaterali legati a botox e filler. Quali sono?
“Bisogna iniettare prodotti naturali e riassorbibili perché tutte le iniezioni, anche le più semplici, possono andare incontro a complicanze. Se il prodotto viene iniettato malamente o se è iniettato bene ma va a chiudere un vaso, nella zona a valle dove il sangue non arriva, può creare le premesse per una piccola necrosi. Il botox può avere complicanze se iniettato nel posto sbagliato o se va nel posto sbagliato. Nel caso di complicanze bisogna procedere con l’aiuto della ialuronidasi, la sostanza che scioglie l’acido ialuronico. Inoltre questi prodotti vanno iniettati preferibilmente in piccole quantità perché le grandi quantità possono più facilmente dare problemi”.

Il trend in aumento di questi interventi può essere legato al post pandemia e al togliersi le mascherine?
“Per un po’ ci siamo guardati poco. Poi quando ci siamo riguardati ci siamo scoperti con gli anni in più. Il Covid ha mascherato tutto questo.

La tendenza di oggi è intervenire sin da giovanissime. Il medico deve anche sapere dire di no?
“È difficile riuscire a bilanciare i desideri dei pazienti ma è importante che il medico non ceda alle richieste del paziente che chiede di più. Bisogna filtrare dei concetti di bellezza naturale di cui il chirurgo è custode”.

Gli interventi non chirurgici come botox e filler vengono sdoganati dai social. Cosa ne pensa?
“Non bisogna banalizzare e renderli una vendita. Parliamo di un atto medico. È importante riportare tutto nelle mani dei medici e degli specialisti”.

Parlando della chirurgia plastica ricostruttiva, lei si occupa delle ricostruzioni post mastectomia…
“La mia attività ospedaliera è quella soprattutto di occuparmi della ricostruzione post mastectomia. I pazienti che hanno avuto un tumore per cui devono fare la mastectomia hanno il diritto a una ricostruzione immediata, cioè fatta nello stesso momento in cui il senologo o il chirurgo oncologo gli leva la mammella. In Italia i tumori al seno sono 55mila. Un quarto di questi fa la mastectomia. Gli altri fanno una chirurgia parziale che si chiama chirurgia conservativa seguita poi da radioterapia. Ovviamente l’impatto psicologico, l’impatto fisico, è tutto a favore della ricostruzione immediata”.

Quanto ha inciso la pandemia su queste ricostruzioni?

“Noi abbiamo una onlus, Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus che mira al ripristino della morfologia e dell’integrità corporea dopo il tumore al seno che ha lanciato il progetto Donna x Donna. Un folto numero di specialiste in chirurgia plastica e senologhe si sono censite e abbiamo scoperto di avere lavorato tantissimo durante la pandemia facendo tantissime ricostruzioni in tempo unico. Temevamo che se avessimo messo una protesi temporanea non avremmo potuto finire la ricostruzione non sapendo quanto lungo sarebbe stato il lockdown. Facendo un confronto tra il 2020 e il 2019, abbiamo scoperto che nel 2020 le nostre ricostruzioni in un tempo unico avevano superato come numero quelle dell’anno pre Covid. In Italia l’intervento di mastectomia si è fatto sempre mentre paesi come il Regno Unito e l’Olanda hanno fermato le ricostruzioni immediate durante la pandemia”.

La ricostruzione non è solo una questione estetica.

“Non ci ricostruisce per la bellezza cioè non ci si ricostruisce solo per la femminilità ma c’è soprattutto un concetto di normalità perché non ricostruire vuol dire mutilazione. Una suora a cui chiesi con molta discrezione il perché si stesse operando, mi disse che lo faceva per ripristinare la dignità della figura umana”.

Silvia Longo

Classe 1996. Lucana. Dopo una laurea triennale e magistrale in Relazioni Internazionali qui per coltivare una passione che ho da sempre: scandagliare la realtà e tradurre in parole fatti ed emozioni.