Terrorismo e inflazione, le ombre sul turismo musicale

Mai più una notte come quella di Parigi. Otto anni dopo gli eventi che hanno visto la morte di 90 giovani durante un concerto al Bataclan, si staglia nuovamente sugli eventi musicali l’ombra del terrorismo. Proprio mentre si registrano segnali incoraggianti. Lo scorso anno l’intero comparto in Italia ha incassato oltre 3 miliardi di euro. Il settore, secondo il Rapporto Siae 2022, segna un +187% sul 2021, ma fa registrare ancora il 20% in meno rispetto al 2019 nel periodo della pandemia. Un recupero parziale, quindi, minacciato oggi dalle sfide che il mondo si trova a fronteggiare a causa della guerra in Ucraina e dello scontro nella Striscia di Gaza tra Hamas e Israele.

Il recente attacco al rave party in Medio Oriente, come spiega a LumsaNews Claudio Trotta, fondatore della società di organizzazione eventi Barley Arts e storico promoter di Bruce Springsteen in Italia, apre al “ritorno del terrore tra il pubblico nei grandi eventi”. Quegli oltre 250 giovani uccisi durante il festival nel deserto del Negev erano colpevoli per i terroristi di divertirsi, ballare, amare la musica e soprattutto la vita.

I dati del turismo musicale in Italia

Tornando ai numeri, è evidente un recupero significativo rispetto al biennio precedente. Una delle regioni più visitate dal turista musicale è la Toscana. Nell’indagine 2022 della Camera di commercio di Firenze, il Firenze Rocks ha avuto un impatto economico di quasi 33 milioni di euro, richiamando 195 mila spettatori, di cui il 77,5% proveniente da altre regioni italiane. Il Lucca Summer Festival, invece, accoglie ogni anno una media di 100 mila spettatori, di questi più di 60 mila arrivano da altre regioni o dall’estero.

Bruce Springsteen, un fenomeno sempreverde che unisce

Bruce Springsteen, 74 anni, circa 120 milioni di copie vendute nel mondo e un Oscar alla migliore canzone nel 1994 con “Philadelphia”. Un artista che richiama ancora decine di migliaia di persone ai suoi live. I dati dimostrano la sua grande capacità attrattiva, anche in Italia. Nonostante le recenti critiche per il mancato annullamento del concerto a Ferrara, all’indomani dell’alluvione in Emilia-Romagna, gli organizzatori spiegano oggi che vista la complessità dell’evento “non si sono potuti prevedere rinvii”: il concerto, come sottolinea il sindaco Alan Fabbri, ha fatto confluire in città “migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo”.

Dai dati forniti da Barley Arts, società promotrice delle date italiane di Springsteen, si evince che nelle date di Ferrara e Monza i turisti provenienti dall’estero erano rispettivamente il 13% e il 18% del totale. Dei presenti italiani, la maggioranza era composta da residenti in Emilia-Romagna e in Lombardia, rispettivamente con il 43% e il 51%. A Roma la fetta di turisti esteri era del 34%, mentre il 21% degli spettatori erano residenti nel Lazio.

Grafico turismo musicale concerti Bruce Springsteen 2023

I turisti musicali ai concerti di Bruce Springsteen nel 2023

Incentivare il turismo musicale giovanile

Il turismo musicale legato alla musica elettronica presenta tanti esempi virtuosi. Sul Nameless Festival, in provincia di Lecco, i dati rilasciati dall’organizzazione fotografano come dei quasi 100 mila spettatori complessivi del 2023, il 25% sia arrivato da fuori regione e il 2% dall’estero. Durante il Kappa Futurfestival di Torino, secondo Federalberghi, i flussi turistici in città hanno registrato un tasso medio di occupazione degli hotel dell’85%.

Secondo Maurizio Vitale, presidente di Atl Turismo Torino e ideatore del Kappa, sono aumentati i turisti stranieri, ma “abbiamo perso qualcosa sul versante italiano”, a causa dell’aumento dei prezzi. Per invertire la tendenza, secondo Vitale, si dovrebbe puntare maggiormente sul patrimonio locale e sui giovani, perché “viaggiano molto di più, sono più autonomi, disposti a spendere e hanno più possibilità di tornare”, aggiunge. Bisogna “generare emulazione sana e costruttiva nelle nuove generazioni – ha detto Claudio Trotta – e non solo considerarle numeri che generano fatturato”.

Il fenomeno dei boutique festival

Sempre più radicati in Italia sono i boutique festival. Eventi di ridotte dimensioni, ma non trascurabili per il loro impatto economico e per l’attrattività turistica che riescono a generare. Sofisticati e rivolti ai giovani, i boutique festival sono un esempio di arte partecipativa e relazionale grazie a rassegne come Ypsigrock, Ricci Weekender e Mish Mash in Sicilia. Nato negli anni ‘90 nel Regno Unito, quello dei boutique festival rappresenta un format evoluto di festival musicale: intimo, alternativo e interattivo, in contrapposizione all’immaginario dei grandi festival. Tuttavia, se da una parte rappresentano un modello di innovazione e rigenerazione territoriale, dall’altra mostrano criticità. Come la mancanza di un modello regionale di governance del fenomeno, in linea con i modelli nazionali e internazionali, che riconosca ai boutique festival un carattere di sostenibilità locale.

L’influenza della guerra in Medio Oriente e l’inflazione

Nonostante la crescita sottolineata, il recente attacco di Hamas al Supernova Music Festival rischia di far tornare la paura del terrorismo nel mondo dei grandi eventi. Lo confermano esperti musicali e organizzatori di eventi, che temono nuove ricadute sul turismo musicale, anche a causa dell’inflazione. La crescita del costo dell’energia e dei carburanti in seguito all’invasione russa in Ucraina e il conseguente aumento del prezzo di affitto delle venue nonché la carenza dei tecnici, che tra il 2020 e il 2022 hanno cambiato mestiere per necessità economiche, si ripercuotono oggi sui prezzi dei biglietti con rincari tra il 20% e il 100% rispetto al periodo prepandemico.

Perciò è ipotizzabile che gli artisti, già provati dallo stop obbligato dal Covid, cancellino tour e partecipazioni ai festival. Scelte che si teme possano coinvolgere soprattutto i cantanti che arrivano da oltreoceano e dall’Asia. Ne seguirebbe un nuovo impatto negativo sul settore. Durante il Covid, infatti, con i vari lockdown imposti dalle autorità, il mercato si era quasi del tutto azzerato. In conclusione, appare assai probabile che il turista musicale, colpito dalla paura di partecipare a grandi eventi e dagli aumenti dei prezzi di cibo, gas e benzina, possa rinunciare al concerto del suo artista preferito, privilegiando eventi più economici e ristretti.