Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden / Foto Ansa

Israele, slitta l'offensiva via terra a Gaza sulla sciadelle pressioni statunitensi

Macron oggi in visita a Israele “Israeliani uccisi solo perché ebrei”

NEW YORK – L’invasione israeliana rallenta. L’offensiva via terra della Striscia di Gaza è stata rinviata, sotto la spinta delle pressioni da parte degli Stati Uniti. Lo slittamento delle operazioni appare legato alla volontà dell’amministrazione Biden di prendere tempo, in modo tale da favorire i negoziati per il rilascio degli ostaggi e potenziare le forze statunitensi sul territorio. Cnn e New York Times erano stati i primi a riportare le pressioni Usa per ritardare l’invasione, una notizia in parte smentita dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari: “È una decisione che noi dobbiamo prendere da soli’”, ha risposto a un giornalista che chiedeva se la decisione di lanciare un’operazione di terra a Gaza fosse condizionata dai consigli degli Stati Uniti, definiti dal portavoce come “alleati strategici”.

La missione diplomatica di Macron

Dopo la visita di Biden, oggi, 24 ottobre, anche il presidente francese Emmanuel Macron è in Israele per tentare di chiedere una pausa umanitaria. “Gli ostaggi devono essere immediatamente liberati”, ha detto Macron durante l’incontro con l’omologo israeliano Isaac Herzog, secondo quanto riportano i media israeliani. Il presidente francese ha ribadito sostegno e solidarietà, denunciando come gli israeliani coinvolti nell’attacco di Hamas siano stati uccisi “solo perché erano ebrei”. Macron ha continuato paragonando Hamas all’Isis, ricordando gli attacchi terroristici in Francia, dichiarando la volontà di proporre ai partner della coalizione anti-Isis la costituzione di una “coalizione internazionale e regionale per combattere Hamas e i gruppi terroristici che ci minacciano tutti”. Dopo gli incontri con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e le famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas, Macron avrà un colloquio a Ramallah anche con il presidente palestinese Abu Mazen.

Cina, Israele ha diritto all’autodifesa

Anche la Cina, che continua a guardare con preoccupazione al conflitto, riconosce il diritto all’autodifesa di Israele contro Hamas. “Ogni Paese ha il diritto all’autodifesa, ma dovrebbe rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili”, queste le parole del ministro degli Esteri Wang Yi, secondo quanto diffuso dall’agenzia statale Xinhua. Pechino, che è stata criticata per la mancata condanna di Hamas, si è detta anche fortemente solidale con il popolo palestinese, condannando ogni atto che danneggia civili e viola il diritto internazionale. Wang Yi ha chiesto all’omologo palestinese, in una telefonata avuta lunedì 23 ottobre, un cessate il fuoco immediato poiché “la Striscia di Gaza ha bisogno di sforzi di pace, non di calcoli geopolitici”.

L’avvertimento della Banca Mondiale

Arriva anche l’avvertimento della Banca Mondiale: la guerra tra Israele e Hamas potrebbe infliggere un duro colpo allo sviluppo economico globale. “Penso che siamo in una fase molto pericolosa”, ha detto il presidente Ajay Banga durante una conferenza degli investitori in Arabia Saudita. “Penso che l’impatto sullo sviluppo economico sia ancora più grave dopo quello che è successo in Israele e a Gaza”, ha concluso.

Tajani: “Hamas non è il popolo palestinese”

“Hamas non è il popolo palestinese, è giusto che sia colpita da Israele perché attacca Israele e usa come scudo i suoi stessi civili”, queste le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un intervento a Sky Tg24. Tajani ha evidenziato la necessità di evitare una propaganda che possa infiammare “le masse arabe”, in riferimento al missile che avrebbe colpito un ospedale a Gaza e che era stato attribuito a Israele. Tale attacco infatti non avrebbe provocato 500 morti, come riferito inizialmente, ma circa 50. Il ministro ha ribadito la richiesta di liberazione di tutti gli ostaggi, sottolineando l’importante ruolo dell’Italia nell’evitare l’allargamento del conflitto. Intanto, ha ricordato, “Gli italiani nella striscia di Gaza sono 7 con solo passaporto italiano, altri 7 con passaporto italiano e palestinese e altri 4 o cinque familiari, pensiamo di farli uscire da Gaza non appena ci sarà la possibilità”.

Martina Vivani

Nata a Roma nel '96, sono laureata in Lettere Moderne ed Editoria e scrittura. Guidata da un forte interesse per il mondo della comunicazione, sogno di poter diventare giornalista professionista.