L’economia italiana tra lotta alla disoccupazione, riforme europee e rivoluzioni nel mercato del lavoro

Disoccupazione giovanile al 20% in Europa, al 30% in Italia. Tante ricette messe sul tavolo. E proprio durante il vertice informale dei capi di stato e di governo dei 27 Paesi dell’Ue si è ipotizzato l’utilizzo dei fondi strutturali. Il premier Monti sostiene che «il 29% dei fondi per il2007-2013, (più di 8 miliardi di euro), sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile. «Sono 460 mila i ragazzi -ha detto il presidente del Consiglio- che in Europa potrebbero beneficiare di questo piano di riallocazione dei giovani a livello europeo».Una grande rivoluzione dell’attuale assetto economico, non passa solo per le riforme, ma anche per un cambio di mentalità. Il premier ha invitato i  giovani a credere in un sogno ed a perseguirlo perché questo è «il più forte degli incentivi».

 Per risanare l’economia europea bisogna pensare a salvaguardare la permanenza della Grecia nell’UE perché «evitare che qualche paese esca dall’Euro è interesse di tutti, a cominciare dalla Germania -e qui il riferimento alla Grecia sembra scontato- se l’Italia riacquistasse il potere di svalutare la propria moneta sarebbero problemi per le esportazioni tedesche».

Il premier ribadisce l’importanza degli eurobond, riconosciuta dalla maggioranza degli stati membri «Sono di più quelli che si sono pronunciati a favore degli eurobond, anche se non era una votazione». Previsione sui tempi? «Non sono mesi –ha spiegato Monti- ma la strada è avviata, credo che avremo gli eurobond, occorre certo il consenso della Germania, noi cerchiamo di dimostrare che non abbiamo più lezioni da ricevere, e dunque siamo in grado di spingere verso il bene collettivo».

 « È vitale per la crescita e l’occupazione che le banche tornino a porsi in condizione di rifinanziare l’economia» così il presidente della Bce Mario Draghi alla facoltà di economia della Sapienza di Roma ha lanciato l’allarme sulla necessità di dare credito alle imprese. Il numero uno di Eurotower ha denunciato anche l’arretratezza del mercato del lavoro italiano sostenendo che c’è «un’iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani, una eterna flessibilità senza speranza di stabilizzazione che porta tra l’altro le imprese a non investire su di loro, destinandoli a lavori di basso valore aggiunto».

 Ed è proprio sulla questione del mercato del lavoro che si infiamma la polemica in Italia. Il ministro Fornero ha espresso la necessità di equiparare il trattamento dei dipendenti pubblici con quelli privati, che secondo il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Patroni Griffi è già in agenda. Durissime le reazioni dei sindacati. «Non si capisce proprio questo furore ideologico» questa le reazione di Bonanni alle dichiarazione della Fornero, mentre Michele Gentile, responsabile settore pubblico della Cgil utilizza parole durissime :«Non ha più chiaro il nome del suo ministero: è quello del lavoro, non certo dei licenziamenti». Mentre è stata molto più morbida la posizione del segretario confederale della Uil Paolo Pirani che apprezza l’equiparazione tra pubblico e privato, ma che deve essere applicata sui rinnovi contrattuali.

Alessio Perigli